Riccardo Iacona: è uno dei giornalisti italiani più efficaci quando si tratta di raccontare la sanità e i temi sociali con passione, chiarezza e capacità di coinvolgere il lettore, sempre con uno stile diretto e vicino alle persone. Il suo modo di scrivere e raccontare storie – come nei servizi di “Presa Diretta” – riesce a mettere insieme dati, storie vere e una forte spinta all’azione, proprio quello che serve anche per il tuo tema
Salute a chilometro zero
La salute a chilometro zero non è un’utopia: è la scelta coraggiosa di una sanità che ascolta, che previene, che mette al centro le persone e le comunità. È la strada giusta per affrontare le sfide di oggi e di domani. E tu, sei pronto a farne parte?
La rivoluzione parte dal territorio: nuovi modelli organizzativi, medicina di prossimità e comunità al centro per una salute davvero accessibile e condivisa

Immagina di poter trovare la salute proprio sotto casa, senza ostacoli, senza distanze, senza quella sensazione di essere solo un numero in una lista d’attesa infinita. Oggi, la vera rivoluzione della sanità italiana si gioca qui: tra le strade dei nostri quartieri, nei paesi, nelle comunità dove viviamo ogni giorno.
“Chilometro zero” non è più solo il sogno di un mercato contadino o di un’economia locale: è il nuovo modello per una sanità vicina, concreta, fatta di volti, storie e relazioni. È la risposta a una società che invecchia, che si fa fragile, che chiede cure personalizzate e accessibili, non solo per chi può permettersele o per chi vive in città.
Negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Dall’ospedale al territorio, dalla centralità delle mura all’abbraccio della comunità: la sanità di prossimità prende forma nelle Case della Salute, negli Ospedali di Comunità, nella telemedicina e nelle reti di professionisti che lavorano insieme, ogni giorno, per non lasciare indietro nessuno. 👩⚕️🤝👨⚕️
Non è solo organizzazione: è un atto politico, una scelta di civiltà. Perché investire nella salute di prossimità vuol dire investire nello sviluppo, nella qualità della vita, nel futuro di tutti. E significa anche ascoltare le storie, accorciare le distanze, ricucire le fratture tra chi può e chi non può.
La medicina di prossimità è la risposta concreta alle cronicità, alle nuove fragilità, alle emergenze che non possono più essere affrontate solo dentro le mura di un ospedale. È la medicina che arriva prima, che previene, che accompagna, che fa sentire ogni cittadino protagonista del proprio benessere. È la forza delle reti territoriali, delle équipe multidisciplinari, dei percorsi di cura personalizzati, dei servizi che entrano davvero nella vita delle persone.
La pandemia ci ha insegnato che la solitudine e la frammentazione sono nemici della salute. Ma ci ha anche mostrato che, quando la comunità si stringe, quando la sanità si fa vicina, nessuno resta indietro. Le Case della Comunità, l’assistenza domiciliare, la telemedicina: sono queste le nuove frontiere di una sanità che mette al centro la persona, non più l’istituzione.
“Sortirne insieme è politica”, diceva Don Milani. E la medicina territoriale è, oggi più che mai, la più alta forma di politica sanitaria: costruire benessere insieme, giorno dopo giorno, senza lasciare nessuno ai margini.
Take home message?
La salute a chilometro zero non è un’utopia: è la scelta coraggiosa di una sanità che ascolta, che previene, che mette al centro le persone e le comunità. È la strada giusta per affrontare le sfide di oggi e di domani. E tu, sei pronto a farne parte?
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Sanità a chilometro zero: la rivoluzione parte dal territorio! 🏥🌱 Cure più vicine, accessibili e personalizzate per tutti. Scopri come la medicina di prossimità sta cambiando il nostro modo di vivere la salute. #Sanità #Prossimità #Territorio
Pelo e Contropelo: Salute a chilometro zero – Sogno o realtà?
Salute a chilometro zero: tutti ne parlano, pochi ci credono davvero. Siamo abituati a pensare alla sanità come a qualcosa di lontano, complicato, spesso irraggiungibile. Ma se la vera rivoluzione fosse proprio sotto casa? Basta con le file infinite e la sensazione di essere solo un numero: la salute vera è quella che ti viene incontro, nel quartiere, tra la gente, senza filtri e senza scuse.
Oggi si riempiono la bocca di “medicina di prossimità”, “Case della Salute”, “telemedicina”… Ma quante volte queste parole restano solo slogan? La verità è che la salute di tutti si costruisce giorno per giorno, sul territorio, ascoltando le storie e non solo leggendo i dati.
La pandemia ci ha sbattuto in faccia una realtà scomoda: da soli si va poco lontano. Abbiamo visto quanto pesano la solitudine e le distanze, ma anche quanto può fare la comunità quando si stringe davvero. Però, siamo sinceri: quanti investimenti veri ci sono stati? Quanti progetti sono rimasti sulla carta?
La salute a chilometro zero è una scelta di coraggio, non di comodo. È la politica che si fa concreta, è la voglia di non lasciare nessuno indietro. Ma, alla fine, siamo pronti a cambiare davvero o ci accontentiamo delle solite promesse?
Take home message: la salute a chilometro zero non è utopia, ma una sfida che riguarda tutti. Meno chiacchiere, più fatti. E tu, sei davvero pronto a metterci la faccia?
25.10.2025
Salute a chilometro zero
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Capitolo 3
Salute e Sviluppo

La Coesione del Territorio
“La medicina è una scienza sociale, e la politica non è altro che medicina su larga scala.” Questa frase di Rudolf Virchow risuona oggi più che mai, mentre osserviamo come la salute sia diventata il vero collante delle nostre comunità. Non è solo questione di diagnosi e terapie: la medicina è il ponte che unisce il destino del singolo a quello della collettività, trasformando ogni gesto di cura in un investimento per il futuro di tutti.
Quando un territorio mette la salute al centro, cambia tutto: cresce la solidarietà, si rafforza la fiducia, si riduce la distanza tra chi rischia di restare ai margini e chi invece ha più risorse. Consultori che accolgono le fragilità, assistenza domiciliare che restituisce dignità agli anziani, campagne vaccinali che diventano momenti d’incontro anche nelle periferie più dimenticate. Questi non sono solo servizi, ma veri e propri atti di cittadinanza attiva. La medicina, così, si trasforma in un presidio contro l’esclusione e in un motore di inclusione.
E non è solo una questione etica o sociale: i numeri parlano chiaro. Investire in salute significa far crescere il Paese. Secondo ISTAT e OCSE, ogni euro speso in sanità pubblica genera fino a 1,7 euro di valore aggiunto nell’indotto. Le strategie di prevenzione hanno già permesso di risparmiare oltre 10 miliardi l’anno, liberando risorse per scuola, cultura e innovazione. Una popolazione sana è una popolazione che lavora, innova e costruisce futuro.
Ma questa ricchezza va protetta. La lotta a sprechi e corruzione non è solo burocrazia: è un dovere morale, perché ogni euro sottratto alla salute è un euro tolto al benessere collettivo. Le esperienze delle Case della Salute e delle Reti di medicina di gruppo mostrano che con trasparenza e attenzione alla persona si può coniugare qualità delle cure e sostenibilità economica.
Negli ultimi mesi, il dibattito pubblico italiano ruota sempre più attorno alla salute come leva di rilancio per il Paese. Proprio nei giorni scorsi, i dati ISTAT hanno confermato che l’aspettativa di vita in Italia è tornata a salire dopo il duro colpo della pandemia, ma le disuguaglianze restano profonde tra Nord e Sud, tra chi ha accesso alle cure e chi ne resta escluso.
Cosa significa davvero investire in salute oggi? Non solo più ospedali o farmaci innovativi, ma la capacità di considerare la salute come un bene comune, motore di coesione sociale e sviluppo economico. Lo ricordava Amartya Sen: una società è tanto più libera quanto più i suoi cittadini sono messi nelle condizioni di vivere bene e a lungo. E Michael Marmot ha dimostrato come il benessere collettivo sia il risultato di scelte politiche, economiche e culturali che riducono le disparità e promuovono l’inclusione.
In questo scenario, la sfida per l’Italia è duplice: da un lato, investire in prevenzione e innovazione, dall’altro ricucire le fratture sociali che la pandemia ha acuito. Non basta destinare risorse: serve una visione sistemica, in cui sanità, scuola, lavoro e ambiente siano visti come pezzi dello stesso puzzle. Solo così la salute diventa davvero un diritto universale e un fattore di competitività per il Paese.
Guardando fuori dai confini, molti Paesi europei stanno già sperimentando modelli integrati che mettono la persona al centro e valorizzano il ruolo delle comunità. L’Italia può imparare da queste esperienze, ma ha anche la forza per proporre soluzioni originali, partendo dal suo patrimonio di competenze e solidarietà.
Non sono solo i medici a dirlo. Amartya Sen, premio Nobel, sottolinea che la salute è la base della libertà umana. Michael Marmot ci ricorda che le disuguaglianze in salute sono il frutto di scelte sociali, e che solo agendo insieme – oltre il sistema sanitario – possiamo costruire comunità più giuste. Ecco perché la medicina non è solo scienza, ma cultura e responsabilità condivisa. Dove la salute è al centro, la comunità cresce: più forte, più coesa, più pronta ad affrontare le sfide di oggi e di domani.
La sfida è aperta: ognuno di noi, cittadini, medici, istituzioni, può e deve sentirsi parte della risposta. Perché la salute non è solo un obiettivo, ma la base su cui costruire il futuro che vogliamo
PELO E CONTROPELO
Salute e Sviluppo: la Coesione del Territorio
“La medicina è una scienza sociale, la politica è medicina su larga scala.” Virchow l’aveva già capito: la salute è il vero collante delle nostre comunità. Non è solo diagnosi e terapie, ma il ponte tra il destino del singolo e quello collettivo. Ogni atto di cura? Un investimento che torna a tutti.
Quando un territorio mette la salute al centro, cambia davvero tutto: cresce la solidarietà, si accorciano le distanze, nessuno resta indietro. Consultori, assistenza domiciliare, campagne vaccinali: non solo servizi, ma atti concreti di cittadinanza. 🏥🤲
E chi pensa che sia solo idealismo, si sbaglia: ogni euro in sanità pubblica ne genera quasi il doppio nell’indotto (ISTAT e OCSE). Prevenzione e trasparenza fanno risparmiare miliardi e migliorano la qualità della vita. 📊
Ma la ricchezza va difesa: sprechi e corruzione sono un furto a tutta la collettività. Le Case della Salute e le reti di medicina di gruppo mostrano che qualità e sostenibilità possono andare insieme.
Oggi la vera sfida è unire prevenzione e innovazione, ma anche ridurre le disuguaglianze che la pandemia ha reso ancora più evidenti. Sanità, scuola, lavoro e ambiente devono essere pezzi dello stesso puzzle. Solo così la salute diventa davvero un diritto per tutti e un motore di sviluppo. 💡
La partita è aperta: cittadini, medici, istituzioni – tutti in campo. La salute è la base su cui costruire il futuro che vogliamo.
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Capitolo 4
Sanità come Investimento Strategico
Scopri perché la Sanità è un Investimento e non un costo. La Prevenzione Sanitaria e il Digital Health Italia sono leve chiave per lo Sviluppo Territoriale. Dati OECD2.

Il Vero “PNRR” è la Prevenzione
Anni di discussioni, infinite ore di dibattiti politici, e la sanità italiana resta ingabbiata nel recinto del “costo”. Una voce di spesa da contenere, un pozzo senza fondo nel bilancio pubblico. La realtà, supportata dai numeri che non mentono, racconta una storia diametralmente opposta. La Sanità è, a tutti gli effetti, la pietra angolare dello sviluppo economico e sociale, un vero e proprio asset di competitività territoriale.
Non è un’opinione. È la cruda evidenza che emerge dal rapporto OECD: ogni euro investito in sanità genera fino a 1,7 euro di valore aggiunto nell’indotto. Lo capite cosa significa? Che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non è una zavorra, ma un moltiplicatore finanziario che il Paese, fermo al 6,7% del PIL di spesa pubblica (ben sotto la media UE del 7,9%), sta clamorosamente sottovalutando.
Il Costo di Non-Investire: Prevenzione, il Dividendo Nascosto
Dove si nasconde il vero dividendo della salute? Nella prevenzione, la grande cenerentola del sistema. Il Ministero della Salute lo mette nero su bianco: le politiche di prevenzione hanno generato risparmi strutturali superiori a 10 miliardi di euro annui. Questi sono fondi liberati, risorse che potremmo – dovremmo – reinvestire in ricerca, istruzione, infrastrutture. È il circolo virtuoso che ci permette di guardare al futuro, non di tappare falle.
Il Ruolo Chiave del Volontariato Organizzato
Ma la prevenzione non si fa solo negli screening da calendario. La vera prevenzione è territorio, è l’alleanza tra medico di famiglia, specialisti e, soprattutto, il volontariato organizzato. Le associazioni come Conacuore, LILT, AMA Cuore Bari, non offrono solo supporto umano, ma garantiscono aderenza terapeutica e presa in carico globale per le cronicità. Questa rete, spesso data per scontata o relegata a semplice “buona volontà”, crea nuove figure professionali, genera economia locale e sollievo strutturale per i costi ospedalieri. È una risposta di sistema, non caritatevole.
Innovazione e Digital Health: L’Italia non è in panchina
L’altro grande motore, spesso invisibile al dibattito pubblico, è l’innovazione in sanità. L’Italia è leader in Europa per l’export farmaceutico, con 34 miliardi di euro (Farmindustria, 2022). Abbiamo poli di eccellenza, come il distretto biomedicale di Mirandola con i suoi 5.000 addetti, che sono modelli di integrazione industria-ricerca.
Oggi, la scommessa si chiama Digital Health. La vera rivoluzione non è solo la telemedicina, ma l’Intelligenza Artificiale (AI) applicata alla diagnostica e alla gestione dei dati. Questa tecnologia non è un mero upgrade, ma la base per una medicina predittiva e personalizzata che abbatte i margini di errore e ottimizza le risorse. Le oltre 1.000 startup health-tech nel Paese (Politecnico di Milano, 2023), sostenute da 300 milioni di investimenti privati nel 2022, dimostrano una vitalità che è un magnete per i capitali di rischio internazionali.
La Sanità come Geopolitica e Attrattività Territoriale
Un sistema sanitario di eccellenza non è solo un servizio per i residenti; è un fattore di attrazione di capitali, talenti e, sì, anche di “turismo sanitario”. Quando le nostre strutture (cardiochirurgia, neurochirurgia) offrono standard di altissimo livello, si innesca un indotto economico su trasporti, accoglienza e ristorazione, rafforzando l’attrattività complessiva del territorio.
Dobbiamo smetterla di considerare la salute come una passività da gestire. È un investimento strategico che rende il Paese più resiliente, competitivo e attrattivo.
La vera sfida per l’Italia non è trovare i soldi per il costo della sanità, ma avere la visione e il coraggio politico di vederla per quello che è: la principale leva per lo sviluppo sostenibile del territorio. Guardiamo ai modelli europei, come le Maison de Santé francesi che hanno portato a un aumento del 15% dell’occupazione locale. I dati sono qui. Ora serve solo la volontà di agire.
Il futuro della sanità italiana passa da innovazione, prevenzione e investimenti mirati, come ben descritto nel saggio Medicina per lo Sviluppo Sociale del Territorio.
📢 Approfondimenti e Risorse Chiave (CTA)
Per un approfondimento sul ruolo della sanità come motore di crescita economica, l’investimento in ricerca e prevenzione:
- Libro/Saggio: Medicina per lo Sviluppo Sociale del territorio, prossima pubblicazione
Questo video discute rafforza l’idea che la sanità non è solo una voce di spesa, ma un investimento chiave per lo sviluppo e la competitività dell’Italia.
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Sanità come Investimento Strategico
Forma continuativa da pubblicare sul CorrierePL
La Salute non è un Costo, ma un Tesoro Nascosto: Il Moltiplicatore 1.7x che l’Italia (Ancora) Ignora
Viviamo in un tempo in cui ogni voce di bilancio viene scrutata, analizzata e spesso etichettata come “costo”. E in questo scenario, la sanità è fin troppo spesso relegata a un’onerosa spesa da contenere. Ma se vi dicessi che dietro quella che percepiamo come una spesa, si cela in realtà un motore potente di crescita economica e sociale? E se vi rivelassi che l’Italia ha tra le mani un moltiplicatore finanziario da 1.7x che, incredibilmente, fatica a riconoscere?
È una verità che emerge con chiarezza dai numeri, spesso scomodi, ma innegabili. L’OCSE[1], con la sua autorevolezza, ci indica che ogni euro investito nel settore sanitario genera ben 1,7 euro di valore aggiunto per l’intera economia. Non è magia, è pura economia: l’investimento in salute crea domanda, stimola la produzione di tecnologie e farmaci, genera posti di lavoro altamente qualificati – dai medici agli infermieri, dai ricercatori agli specialisti in telemedicina – e alimenta un intero indotto di servizi. Eppure, l’Italia stenta a superare il 6,7% del PIL in spesa sanitaria pubblica, rimanendo al di sotto della media europea del 7,9%. Un’occasione mancata? Senza dubbio.
Il Vero “PNRR” Silenzioso: la Prevenzione e la Forza del Territorio
Ma dove risiede, concretamente, questo “tesoro” che non sfruttiamo appieno? La risposta è nella prevenzione. Troppo spesso trascurata, è la vera frontiera del risparmio e dell’investimento lungimirante. Il Ministero della Salute ci illumina: le politiche di prevenzione, quando efficaci, generano risparmi annuali superiori ai 10 miliardi di euro. Immaginate, dieci miliardi che possono essere reinvestiti in ricerca, innovazione, istruzione. Una cifra che da sola potrebbe finanziare intere aree di sviluppo.
E la prevenzione, quella vera, non nasce solo nelle grandi strutture, ma nel cuore del territorio. È lì che il medico di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e le instancabili associazioni di volontariato diventano i veri protagonisti. Pensiamo a realtà come Conacuore o la LILT, che con le loro campagne di sensibilizzazione e il supporto quotidiano, garantiscono non solo aderenza terapeutica ma una vera e propria presa in carico delle persone, specialmente per le patologie croniche. Non è solo altruismo; è un’azione sistemica che riduce l’incidenza delle malattie, diminuisce i ricoveri e crea nuove opportunità occupazionali, dalle figure di case manager agli operatori sociosanitari. Il volontariato non è un “surrogato” dello stato, ma un prezioso partner economico e sociale.
L’Italia che non ti Aspetti: Leader in Innovazione e Ricerca
Dietro le lamentele sul sistema, si nasconde un’altra Italia, quella dell’eccellenza. Il nostro settore farmaceutico è tra i leader europei per l’export, con 34 miliardi di euro (Farmindustria, 2022). Abbiamo distretti biomedicali all’avanguardia, come quello di Mirandola, con migliaia di addetti che sono un esempio di integrazione tra industria, ricerca e servizi.
E poi c’è il futuro che è già qui: la Digital Health. Con oltre 1.000 startup health-tech attive in Italia (Politecnico di Milano, 2023) e investimenti privati che superano i milioni di euro, il nostro Paese è un laboratorio vibrante di innovazione. Intelligenza Artificiale nella diagnostica, telemedicina, dispositivi wearable, piattaforme di gestione dati: sono tutte soluzioni che stanno rivoluzionando la medicina, rendendola più predittiva, personalizzata ed efficiente. Non solo migliorano la cura, ma creano nuove competenze e posti di lavoro, ponendoci all’avanguardia in un settore globale in costante evoluzione.
Oltre la Cura: Attrattività, Sviluppo Locale e Qualità della Vita
Un sistema sanitario robusto e innovativo non è solo una garanzia per la salute dei cittadini, ma un vero e proprio magnete per risorse e investimenti. Imprese farmaceutiche, fondi di venture capital, talenti: tutti cercano territori che offrano poli di eccellenza e una domanda di salute dinamica. Ma non solo. Un aspetto spesso sottovalutato è la capacità delle nostre strutture d’eccellenza di generare un vero e proprio “turismo sanitario”. Centri di cardiochirurgia o neurochirurgia di fama attirano pazienti da altre regioni e persino dall’estero, alimentando un indotto significativo per alberghi, ristoranti e servizi locali.
In fondo, investire in salute significa investire nella qualità della vita delle persone e nella prosperità del territorio. Significa ridurre le disuguaglianze, rafforzare la coesione sociale e rendere una comunità più attrattiva per chi ci vive e per le imprese. I modelli europei, come le “Maison de Santé” francesi, ci mostrano come una sanità integrata possa generare un aumento dell’occupazione e un miglioramento degli outcome clinici.
La sanità non è un buco nero nei nostri bilanci, ma un futuro da coltivare. Un futuro in cui prevenzione, innovazione, formazione e umanizzazione delle cure lavorano insieme per costruire comunità più sane, resilienti e prosperi. È tempo di smettere di vedere la salute come un onere e iniziare a riconoscerla per quello che è: il vero, inestimabile tesoro del nostro Paese.
Fonti di riferimento
Riferimenti Bibliografici
- OECD. Every euro spent on health care generates added value in the economy [Internet]. Paris: OECD Publishing; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.treccani.it/enciclopedia/rapporto-statistico_%28Enciclopedia-della-Matematica%29/. (Riferimento per Moltiplicatore 1,7€ e Crescita Infrastrutture).
- ISTAT. Statistiche sulla spesa sanitaria e l’occupazione [Internet]. Roma: ISTAT; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://esploradati.istat.it/.
- Ministero della Salute. Risparmi derivanti dalle politiche di prevenzione [Internet]. Roma: Ministero della Salute; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.instagram.com/notiziegeopolitiche/p/DQMtAQ3jJDr/.
- Farmindustria. Dati sull’Export dell’industria farmaceutica italiana e distretto biomedicale di Mirandola [Internet]. Roma: Farmindustria; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.farmindustria.it/documenticategory/fatti-e-cifre-del-settore/.
- Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità. Report sull’innovazione digitale in sanità e le startup health-tech [Internet]. Milano: Politecnico di Milano; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2023/Rapporto-Annuale-2023.pdf.
- Startup Health Report. Investimenti privati in health-tech [Internet]. [Luogo di pubblicazione]: Startup Health Report; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2023/Rapporto-Annuale-2023.pdf.
- Chauvin P, et al. L’impact des Maisons de Santé Pluridisciplinaires sur l’emploi et les outcome cliniques en France. Santé Publique. 2017; Vol:Pag. (Riferimento per l’Esempio Europeo “Maison de Santé”).
- World Health Organization (WHO). Health in All Policies (HiAP) framework for country action [Internet]. Geneva: WHO; 2014 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://nationalpartnership.org/report/hipaa-y-su-derecho/.
- Fondazione GIMBE. 8° Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale [Internet]. Bologna: GIMBE; 2025 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://salviamo-ssn.it/attivita/rapporto/8-rapporto-gimbe.it-IT.html. (Documenta il quadro economico del SSN, l’analisi del rapporto spesa sanitaria/PIL e l’entità dei fondi pubblici, spesso citando i dati ISTAT e le criticità relative alla prevenzione).
[1] L’OCSE, acronimo di Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, è un’organizzazione internazionale con sede a Parigi che raggruppa 38 Paesi membri. La sua missione è promuovere la crescita economica, migliorare gli standard di vita e l’occupazione, mantenere la stabilità finanziaria e sostenere lo sviluppo economico di altri paesi. L’OCSE svolge questa missione attraverso l’analisi dei dati, lo scambio di buone pratiche e la formulazione di raccomandazioni politiche
Pelo e Contropelo
La Salute non è un Costo, ma un Tesoro Nascosto: Il Moltiplicatore 1.7x che l’Italia (Ancora) Ignora
Siamo abituati a sentire la sanità chiamata “costo”, come se fosse solo una voce da tagliare nei bilanci pubblici. Ma la verità, quella vera, è che la salute è un moltiplicatore economico potentissimo che l’Italia continua a sottovalutare. L’OCSE lo dice chiaro: ogni euro investito in sanità pubblica ne genera 1,7 per l’economia. Non è magia, è economia reale: posti di lavoro, ricerca, innovazione e un indotto che fa girare il Paese. Eppure restiamo fermi al 6,7% del PIL, sotto la media europea. Un’occasione persa? Decisamente sì. 💸
Il vero “PNRR” silenzioso si chiama prevenzione. Ogni anno, le politiche preventive fanno risparmiare più di 10 miliardi di euro secondo il Ministero della Salute. Soldi veri, che potrebbero essere reinvestiti in ricerca, scuola, innovazione. E la prevenzione nasce sul territorio: medici di famiglia, specialisti, volontariato (come Conacuore o LILT) sono la vera forza che tiene insieme comunità e salute. Non solo altruismo: meno malattie, meno ricoveri, più lavoro e più benessere per tutti. 👩⚕️🩺
Dietro le critiche, però, c’è anche un’Italia che funziona: il settore farmaceutico è tra i primi in Europa per export, i distretti biomedicali sono all’avanguardia e la digital health sta esplodendo con oltre 1.000 startup health-tech. Intelligenza artificiale, telemedicina, wearable: non solo migliorano le cure, ma creano nuovi posti di lavoro e fanno dell’Italia un laboratorio di innovazione. 🚀
Un sistema sanitario forte non è solo una garanzia per i cittadini, ma attira investimenti, talenti e persino “turismo sanitario”. Le eccellenze italiane portano valore anche fuori dai reparti: alberghi, ristoranti, servizi locali crescono grazie alla salute. Investire in sanità vuol dire investire in qualità della vita, coesione sociale e sviluppo locale. Basta vedere la Francia con le sue “Maison de Santé” per capire che si può fare.
La sanità non è un buco nero: è il nostro tesoro nascosto. Prevenzione, innovazione e umanizzazione possono davvero cambiare il futuro del Paese. È ora di smettere di vederla come un onere e iniziare a considerarla il vero motore della nostra prosperità. 💎
Capitolo 5
Editoriale base
Dalla sanità pubblica alla finanziarizzazione: il rischio di perdere la bussola della salute

Negli ultimi anni, la sanità italiana si sta trovando davanti a una svolta silenziosa ma dirompente. Quello che per decenni è stato il simbolo dell’equità sociale rischia di trasformarsi, sospinto da forze che vanno ben oltre i semplici tagli di bilancio o le riforme di facciata. Non si tratta più solo di organizzazione, ma di una trasformazione profonda che mette in discussione il cuore stesso della nostra idea di salute: da diritto garantito a tutti, a bene acquistabile sul mercato, da patrimonio comune a investimento finanziario. Il pericolo è concreto: le persone più fragili rischiano di essere le prime a pagare il prezzo di questa deriva, mentre la sanità si trasforma in terreno fertile per logiche di profitto e speculazione.
Il Servizio Sanitario Nazionale, per anni, è stato il pilastro della salute pubblica italiana, invidiato e studiato in tutto il mondo. Un modello costruito sull’idea che la salute sia un diritto universale. Eppure, oggi mostra segni evidenti di cedimento: sottofinanziamento cronico, personale che manca, liste d’attesa che si allungano, difficoltà crescenti di accesso ai servizi essenziali. La pressione sugli ospedali e sui territori cresce, alimentando incertezza tra cittadini e operatori. Il rischio? Che il diritto alla salute si sgretoli lentamente, lasciando indietro chi non può permettersi alternative private.
Nel tentativo di rispondere alle nuove esigenze, il sistema ha aperto le porte all’accreditamento di strutture private, comprese nuove università e ospedali. Da una parte, questa scelta ha permesso di ampliare l’offerta e di tamponare le liste d’attesa. Dall’altra, però, ha accelerato la privatizzazione: sempre più risorse pubbliche finiscono in mani private, spesso senza controlli rigorosi su qualità ed equità. La proliferazione di università private ha reso la formazione più frammentata, con il rischio di nuove disparità tra chi può permettersi rette elevate e chi resta escluso. Così, la sanità rischia di diventare un bene di consumo, perdendo la sua funzione di collante sociale e di strumento di giustizia.
Ma la tappa più insidiosa di questo percorso è la finanziarizzazione della sanità. Fondi di investimento, assicurazioni, hedge funds e private equity stanno acquistando quote crescenti di ospedali, cliniche e servizi sanitari. Qui la logica del profitto prende il sopravvento: l’obiettivo non è più la salute, ma il rendimento economico. I rischi sono evidenti: aumento dei costi per i pazienti, qualità delle cure che si abbassa, operatori sempre più precari e una sanità che assomiglia sempre più a un mercato, dove chi ha più risorse vince. Le esperienze internazionali, soprattutto negli Stati Uniti, mostrano che questa deriva porta solo a disuguaglianze crescenti e a un allontanamento dal concetto di salute come bene comune.
La direzione che prenderà la sanità italiana dipende anche da noi. Sta a noi riconoscere i segnali, difendere il valore della salute come diritto e non cedere alla logica del profitto a tutti i costi. Se permettiamo che la sanità diventi solo un affare per pochi, rischiamo di perdere non solo un servizio, ma un pezzo fondamentale della nostra identità collettiva. Possiamo scegliere se accettare passivamente questa trasformazione o provare a invertire la rotta, rimettendo al centro le persone, la cura e la giustizia sociale. Il futuro della sanità non è ancora scritto: la scelta è nelle nostre mani. ✊
Fonte: Cattaneo A. La finanziarizzazione della sanità [Internet]. Salute Internazionale; 2024 Apr [citato il 2024 Giu 10]. Disponibile su: https://www.saluteinternazionale.info/2024/04/la-finanziarizzazione-della-sanita/
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Finanziarizzazione della sanità in Italia
Pelo e Contropelo
Dalla sanità pubblica alla finanziarizzazione: il rischio di perdere la bussola della salute
Stiamo rischiando grosso. La sanità italiana, quella che per decenni ci ha reso unici, sta scivolando silenziosamente nelle mani della finanza. Non è solo questione di tagli o di qualche riforma discutibile: qui si sta giocando la partita vera, quella tra salute come diritto di tutti e salute come privilegio di pochi. Oggi, sotto i nostri occhi, la bussola della salute pubblica si sta smagnetizzando. 🧭
Il nostro SSN era il simbolo dell’equità: accesso per tutti, qualità alta, nessuno escluso. Ora? Sottofinanziamento cronico, personale allo stremo, liste d’attesa infinite. E chi può, scappa nel privato. Ma il privato non è più solo “integrazione”: è diventato il nuovo business della salute. Università e ospedali privati proliferano, spesso senza controlli veri, e la formazione rischia di diventare un lusso per pochi. La salute, da diritto, sta diventando un prodotto da comprare — e chi non può permetterselo resta fuori. 🚪
Ma il passaggio più pericoloso è la finanziarizzazione. Fondi, assicurazioni, private equity: stanno comprando pezzi interi di sanità, puntando solo al rendimento. Qui il paziente diventa cliente, il medico un costo da ridurre, la cura una voce di bilancio. Il risultato? Costi che salgono, qualità che scende, precarietà per chi lavora e disuguaglianze che si allargano. Basta guardare agli USA per vedere dove porta questa strada: una sanità per pochi e tanti, troppi, lasciati indietro. 💰
La scelta ora è nostra. O difendiamo la salute come diritto, oppure ci sveglieremo in un’Italia dove curarsi sarà un privilegio. Non è solo una battaglia per il SSN: è una battaglia per la nostra identità, per la giustizia sociale, per il futuro dei nostri figli. Tocca a noi decidere se essere spettatori o protagonisti di questa sfida. La sanità pubblica non è solo un servizio: è il cuore che tiene insieme il Paese. Se la perdiamo, perdiamo tutto. ✊
CAPITOLO VI
Saperi e Sapori
Il valore della cucina tradizionale italiana per la salute e lo sviluppo del territorio

La cucina tradizionale italiana è molto più di un semplice insieme di ricette: rappresenta una vera e propria eredità culturale, fatta di sapori, saperi e tradizioni tramandate di generazione in generazione. Ogni piatto racconta la storia di un territorio, valorizzando prodotti tipici italiani locali e stagionali e promuovendo uno stile di vita sano e sostenibile. La presenza costante dei prodotti tipici italiani rende la nostra cucina tradizionale un pilastro della nostra identità e un esempio concreto di attenzione alla qualità.
Dieta Mediterranea: il cuore della prevenzione
La dieta mediterranea, simbolo della cucina italiana, è da anni al centro dell’attenzione scientifica per i suoi effetti protettivi sulla salute. Ricca di cereali integrali, legumi, verdure, frutta fresca, pesce, olio extravergine d’oliva e con un consumo moderato di carne e latticini, questa dieta riduce il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e obesità. Inoltre, favorisce l’equilibrio del microbiota intestinale e contribuisce al benessere psicofisico complessivo. La dieta mediterranea si basa proprio sull’uso dei prodotti tipici italiani, che garantiscono gusto, varietà e benefici nutrizionali. Seguire la dieta mediterranea significa scegliere ogni giorno prodotti tipici italiani di alta qualità, rispettando la stagionalità e la tradizione.
Ricette tipiche: gusto, benessere e identità
Piatti come la ribollita toscana, il minestrone lombardo, la caponata siciliana o le orecchiette con le cime di rapa sono esempi concreti di come la tradizione possa essere alleata della salute. Queste ricette valorizzano prodotti tipici italiani a km zero, riducono lo spreco alimentare e rispettano la stagionalità, offrendo un’alimentazione equilibrata e ricca di micronutrienti. In più, cucinare secondo la cucina tradizionale italiana e la dieta mediterranea significa anche riscoprire il piacere della convivialità e rafforzare l’identità locale.
Sviluppo del territorio e sostenibilità
La promozione della cucina tradizionale italiana e della dieta mediterranea non ha solo benefici per la salute, ma rappresenta anche un potente motore di sviluppo economico e turistico. Investire nei prodotti tipici italiani, sostenere le filiere corte e valorizzare le eccellenze regionali aiuta le comunità a crescere in modo sostenibile, creando posti di lavoro e rafforzando il legame con il territorio. Il turismo enogastronomico, in particolare, è sempre più apprezzato da chi cerca esperienze autentiche e salutari, tutte basate su prodotti tipici italiani.
La sinergia tra medicina e gastronomia
Negli ultimi anni, la collaborazione tra professionisti della salute e chef ha portato alla creazione di percorsi educativi, laboratori e iniziative per promuovere corretti stili di vita fin dall’infanzia. Educare le nuove generazioni al valore della cucina tradizionale italiana e della dieta mediterranea significa investire nella prevenzione e nel benessere futuro, senza rinunciare al gusto e alla convivialità che da sempre caratterizzano la tavola italiana, ricca di prodotti tipici italiani.
Conclusioni: scegliere la tradizione per vivere meglio
Rispetto per la stagionalità, attenzione alla qualità, valorizzazione della biodiversità: la cucina tradizionale italiana e la dieta mediterranea sono modelli virtuosi che uniscono salute, cultura e sviluppo, grazie anche ai numerosi prodotti tipici italiani. Scegliere i sapori autentici della nostra terra è un gesto di cura verso sé stessi e verso la comunità, unendo benessere personale e crescita collettiva.
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Conclusioni
Sanità e territorio: il cuore batte qui

La medicina non è solo tecnologia: l’ascolto fa la differenza
C’è chi pensa che la medicina sia fatta solo di macchinari e protocolli, di numeri e bilanci. Eppure, se c’è una lezione che mezzo secolo tra ECG, ricette e pazienti mi ha insegnato, è che la vera medicina nasce prima di tutto dall’ascolto. Non quello distratto, da corridoio, ma quello vero: quello che si fa tra una battuta sulle partite della domenica e una domanda sulle abitudini a tavola.
Sanità pubblica e medicina di territorio: una sfida tra innovazione e identità
Oggi, mentre la sanità pubblica si trasforma e la finanziarizzazione bussa alla porta dei nostri ospedali, la medicina di territorio resta un laboratorio vivo, dove la cura si intreccia con la storia e l’identità dei luoghi. C’è un filo sottile che lega il benessere delle persone al destino delle comunità: si chiama fiducia, si chiama relazione, si chiama capacità di adattarsi senza tradire i valori fondanti.
Gastronomia locale e prevenzione: la Dieta Mediterranea come patrimonio di salute
E qui entra in gioco la gastronomia locale, troppo spesso relegata a folklore da sagra paesana. In realtà, i nostri piatti tipici – dalle orecchiette con le cime di rapa alla ribollita toscana, dal minestrone lombardo alla caponata siciliana – sono molto più di una questione di gusto. Sono strumenti di prevenzione, esempi concreti di equilibrio nutrizionale, patrimonio di conoscenze tramandate con la saggezza dei nonni. La Dieta Mediterranea, celebrata dall’UNESCO e benedetta dalla scienza, insegna che mangiare bene è il primo atto di salute pubblica.
Il futuro della sanità: integrazione, tecnologia e relazione umana
Il futuro? Lo vedo fatto di ospedali integrati col territorio, case della salute che diventano piazze, tecnologie che amplificano – ma non sostituiscono – il tocco umano. Le sfide non mancano: invecchiamento, sostenibilità, digitalizzazione. Ma la medicina, come la buona amministrazione, è fatta di persone. E funziona meglio quando batte insieme agli altri, come un cuore in buona compagnia.
Ascolto, relazione e cibo: le vere chiavi della salute
Dopo cinquant’anni passati tra cuori ascoltati e pazienti rincorsi tra una dieta e l’altra, sono certo di una cosa: puoi avere il defibrillatore più moderno, ma se non sai ascoltare – davvero – ti perdi metà della diagnosi. Il resto lo fanno un sorriso, una chiacchierata e, perché no, un buon piatto condiviso. Perché la salute, in fondo, è anche una questione di sapere e sapori.
Call to action: il Manifesto per la Salute e lo Sviluppo Territoriale
E, a proposito di futuro, lasciami chiudere con un invito: la prossima settimana, a conclusione di questa serie di editoriali, pubblicheremo una Call to action, un vero e proprio Manifesto per la Salute e lo Sviluppo Territoriale. È tempo di trasformare la consapevolezza in impegno concreto. Il futuro del nostro territorio, da Bari al Paese intero, non può più permettersi di considerare la Sanità come una semplice voce di costo da tagliare. Va riconosciuta per ciò che è: il fondamento ineludibile della crescita civica ed economica. La sfida è aperta, la responsabilità è di tutti. Adesso tocca a noi.
Key Word SANITA’
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Meta descrizione Un viaggio nella medicina di territorio tra prevenzione, innovazione sanitaria e centralità della relazione medico-paziente: come la sanità locale può migliorare il benessere di tutti.
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