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Due insegnanti rischiano di morire durante la didattica a distanza

Oltre la cronaca: tragedia sfiorata

Salvate da Giulia la figlia della più grave

Di Riccardo Guglielmi

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Antonella B. e Simona S.  entrambe giovani docenti del Secondo Circolo Giovanni XXIII di Triggiano, mentre svolgevano nella stessa abitazione didattica a distanza, improvvisamente hanno accusato malessere generale,  perdita della conoscenza con caduta a terra e trauma cranico per Simona S. La fortuna ha voluto che Giulia, studentessa della facoltà di Giurisprudenza e figlia dell’insegnate più grave, accorsa quasi per caso, senza lasciarsi prendere dal panico, ha subito aperto le finestre,  allertato il 118 e cominciato a praticare le manovre di primo soccorso, ripristinando con successo la coscienza della madre e dell’altra docente. Pochi minuti e gli operatori del 118  hanno inviato Simona al PS dell’Ospedale Di Venere per commozione cerebrale e Antonella al PS di Mater Dei Hospital perché affetta da difficoltà respiratorie.

«Diagnosi immediata di sospetto – ci ha riferito la dott.ssa Cristina Pesola, medico in servizio nel PS di Mater Dei – confermata dall’emogasanalisi. Intossicazione da monossido di carbonio, CO, il gas killer inodore e insapore, prodotto durante la combustione che sposta l’ossigeno dall’emoglobina dei globuli rossi e impedisce l’ossigenazione di organi e tessuti; morte sicura in pochi minuti. È stata l’immediatezza del soccorso a evitare la tragedia».

Entrambi i Pronto Soccorso hanno segnalato il caso al Centro veleni dell’Ospedale Niguarda di Milano che ha approvato i trattamenti terapeutici messi in atto. Per la mamma di Giulia sono state necessarie 2 sedute di camera iperbarica presso l’Ospedale San Paolo. Le consulenze specialistiche hanno escluso a entrambe danni cardiaci e cerebrali. Un giorno di osservazione e subito a casa ad abbracciare le famiglie. Un probabile guasto nell’impianto di riscaldamento ma tragedia per fortuna evitata e un lieto fine per tutti.

Forse alla luce dei cambiamenti della modalità di lavoro indotti dalla pandemia, didattica a distanza per esempio, sorge il dubbio se questo episodio sia da catalogare come “infortunio sul lavoro”.

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico –

Redazione Corriere nazionale.net – Corriere Puglia e Lucania

Bari 27.02.2021

https://www.corrierepl.it/2021/02/27/oltre-la-cronaca-tragedia-sfiorata/

Riccardo Guglielmi: giornalista scientifico de Il Corriere Nazionale

di Antonio Peragine*

La pratica quotidiana nel giornalismo, nell’editoria e il vissuto personale mi hanno permesso di conoscere in tutti questi anni un alto numero di medici seri e preparati a cui  potersi rivolgere per ottenere risposte a necessità di salute. Ho incontrato cattedratici, scienziati, medici pubblici e privati, apprezzati per la qualità delle loro prestazioni,  l’invidiabile curriculum  e le posizioni di carriera, ma mancava una persona che, a tutte queste caratteristiche, affiancasse umiltà, umanità e quell’empatia che rende indissolubile e costruttivo il rapporto medico paziente. Qualche anno fa, era il 2013, assistevo per motivo professionali alla presentazione delle Giornate di Cardiologia aperta, un evento organizzato dalla Cardiologia Ospedaliera del Policlinico di Bari. Il direttore Riccardo Guglielmi e il suo gruppo avevano aperto le porte del reparto alla cittadinanza illustrando, come fanno i militari il 4 novembre Festa delle Forze Armate, chi erano, cosa facevano e cosa si proponevano di fare. Si capiva che medici e infermieri erano l’espressione di un gruppo compatto che si muoveva con efficacia ed efficienza. Tutti integrati e fieri nel proprio ruolo dimostravano che il loro obiettivo era l’interesse e la cura del paziente.  Forse situazioni ideali ma non troppo frequenti, ma una frase, scandita dal dott. Guglielmi mi colpì subito: “in medicina prima di ogni cosa ci vuole umiltà.. tanta umiltà”.

Con questa premessa è facile tracciare il profilo del professionista. Classe 50, laurea e specializzazioni, cardiologia e cardioangiochirurgia a pieni voti, a 27 anni era già uno specialista cardiologo, esperienze e formazione in Italia e all’estero, ospedaliero cominciando da assistente, dirigente e direttore di Struttura complessa. Tante le pubblicazioni scientifiche, le partecipazioni a congressi, le consulenze, dalla Sanità militare ai Tribunali civili e penali, al Ministero dell’Economia e Finanza. Nel Policlinico oltre alla Cardiologia ospedaliera, offriva il suo contributo professionale alla Medicina dello Sport e alla Pediatria dove si era fatto promotore di un ambulatorio cardiologico dedicato prevalentemente ai piccoli ricoverati in trattamento oncologico. È esperto in Cardiologia dello Sport e Forense con incarichi nelle Società scientifiche; importante il ruolo con l’Università di Bari per gli insegnamenti nelle Scuole di specializzazione e nelle lauree delle Professioni sanitarie. Esaminando il suo curriculum mi sono accorto che quel professionista è un giocatore che in una squadra sa coprire tutti i ruoli: medico di medicina generale, specialista ambulatoriale interno ed esterno,  medico volontario, ufficiale medico. Questo in quasi 45 anni di professione gli ha permesso di essere a contatto con il prossimo, saper ascoltare e proporre soluzioni anche in situazioni sanitarie non prettamente inerenti alle sue specializzazioni. Il paziente e i famigliari gli riconoscono carisma, ruolo scientifico e professionale ma dopo poco, grazie alle capacità empatiche, vedono abbattuto quell’iniziale muro legato alla differenza di ruolo.

Il rapporto da formale diventa amicale e il dott. Guglielmi da  Prof. diventa Riccardo, uno di famiglia a cui rivolgersi nei momenti difficili. Tra i riconoscimenti dobbiamo menzionare la nomina a Commendatore al Merito della Repubblica Italiana e nel 2015 è stato conferito il  Premio “La Buona Medicina” dall’Ordine dei Medici di Bari. Importante l’attività di volontariato: direttore scientifico della Onlus AMA Cuore di Bari, consulente medico dell’Opera San Nicola di Don Mario Persano.

Nelle scuole, nelle manifestazioni sociali della nostra città, Vivicittà, Running Heart, Race For the Cure, non ha mai fatto mancare il contributo professionale. Il dott. Guglielmi è capace di prevenire le aspettative andando sempre incontro ai bisogni. Sa affrontare emergenze e urgenze, sa assumersi responsabilità, sa prendere decisioni difficili, mai temerarie, sempre animate dal buon senso e da umanità. Considerate le buone capacità comunicative, terminato il servizio ospedaliero si è avvicinato al giornalismo e con tanta umiltà è stato praticante giornalista.

In questo ruolo ha saputo far tesoro dei consigli e dell’esperienza dei colleghi della nostra redazione, ha pubblicato articoli prevalentemente di carattere scientifico ottenendo, dopo i 2 anni di legge, l’iscrizione all’Albo dei Giornalisti della Puglia come Pubblicista.

A tutt’oggi continua l’attività giornalistica. Responsabile della comunicazione sanitaria nelle nostre 3 testate, Corrienenazionale.net, CorrierePL, Radici, è invitato come moderatore e relatore in congressi e dibattiti. Non è mancata la conduzione televisiva di rubriche a carattere medico e scientifico. L’attività di giornalista è indirizzata alla diffusione di messaggi inerenti informazione e prevenzione in ambito cardiovascolare e oncologico. Il pensionamento da Direttore medico nel Policlinico non ha interrotto la professione che continua nella formazione, nella ricerca, nel volontariato, nella didattica Universitaria (docente nei Master di Etica), Consulente presso Mater Dei Hospital  e il Comando Carabinieri Puglia.

In sintesi il profilo del dott. Riccardo Guglielmi si esprime con il suo modo unico di essere il medico che, alle qualità professionali, scientifiche e didattiche, affianca generosità, umanità, velocità e flessibilità nella risoluzione di problematiche complesse, capacità di fare squadra e affidare il ruolo giusto a ogni collaboratore.

Le qualità comunicative, perfezionate e aumentate con la pratica giornalistica, gli consentono di diffondere messaggi educativi su argomenti complessi. La leggerezza espositiva del messaggio permette ai non addetti ai lavori di seguire e partecipare senza annoiarsi.  Il rapporto medico paziente, che deve essere alla base della Sanità italiana, diventa così unico, efficace e propositivo.

Da parte dello scrivente, sempre attento a riconoscere e promuovere le risorse umane, non poteva mancare un giusto riconoscimento, attraverso le nostre testate, al nostro giornalista scientifico,

Antonio Peragine* direttore responsabile

Riccardo Guglielmi: giornalista scientifico de Il Corriere Nazionale

Cosa dire leggendo questo articolo di Antonio Peragine  e questo riconoscimento

attestato riccardo guglielmi “Un ringraziamento speciale al dott. Antonio Peragine direttore delle testate giornalistiche Corriereazionale.net, Corriere di Puglia e Lucania, Radici per le belle parole che mi ha dedicato in questo articolo. Per me è un onore e un privilegio far parte del gruppo che Antonio ha saputo creare. Giornalismo serio, mai scandalistico, sempre dalla parte del lettore a cui fornire Verità, Approfondimento, Cultura.”

Batterio intestinale causa l’infarto

La scoperta da medici italiani

Di Riccardo Guglielmi

Scoperta straordinaria in Cardiologia. L’Escherichia Coli, un batterio generalmente non patogeno,  ospite abituale nel nostro intestino, passa nel sangue e favorisce la formazione di coaguli nelle coronarie. Lo studio,  tutto italiano e della durata di 5 anni, è stato condotto dall’Università La Sapienza di Roma, da un team di cardiologi interventisti dell’Emodinamica di Terni diretta dal prof. Marcello Dominici, da patologi clinici e biologi coordinati da Francesco Violi, direttore della I Clinica medica del Policlinico universitario Umberto I di Roma. I dati scientifici, pubblicati su European Heart Journal,  sono stati rilevati su un campione di 150 pazienti arruolati in due centri, la Cardiologia di Terni e il Policlinico Umberto I di Roma. Una sinergia operativa e scientifica che rappresenta il proficuo modello di integrazione Ospedale Università che invece molti Atenei italiani tendono a snobbare.  L’Escherichia Coli nel sangue diventa un nuovo fattore di rischio coronarico da aggiungere a diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, fumo.

“Lo studio – come lo stesso Dominici ha specificato ai media –  dimostra che nella genesi della trombosi coronarica un ruolo importante lo gioca l’Escherichia Coli. Il batterio Killer è stato isolato nel sangue e nel trombo coronarico in quasi tutti gli infartuati arruolati nella ricerca, mentre era assente nel campione di controllo composto da persone non infartuate”.

intestino

L’innocuo batterio si virulenta, passa nel sangue, ulcera la placca aterosclerotica della coronaria e innesca la trombosi che, ostruendo l’arteria, determina l’infarto.  L’attenzione al nostro microbiota intestinale, l’insieme di microbi e muffe, diventa sempre più importante. Questa scoperta apre una nuova finestra nella prevenzione e i trattamenti terapeutici per gli oltre 100mila italiani colpiti ogni anno da infarto e ictus. Potranno essere prodotti farmaci che spezzano il legame tra placca aterosclerotica e batterio killer nella fase acuta o vaccini, per i soggetti più a rischio, da usare in prevenzione primaria.

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico –

Redazione Corriere nazionale.net – Corriere Puglia e Lucania

 

4 articolo 2021 https://www.corrierenazionale.net/2021/01/17/batterio-intestinale-causa-linfarto/

Covid 19 : la situazione in Africa

Scoperta una variante più pericolosa di quella inglese

Attenzione agli sbarchi di migranti

Di Riccardo Guglielmi

Funzionari della Sanità africana hanno diffuso lo scorso 24 dicembre la notizia della scoperta in Nigeria e Sudafrica di una variante di Covid 19 ancora più infettiva di quella inglese. Ritorna la paura di una possibile nuova ondata nonostante le misure adottate dai governi della Unione europea. Matt Hancock, ministro della alla Sanità inglese ha affermato alla BBC che la variante sudafricana si mostra “particolarmente preoccupante” e che sono stati limitati i voli in arrivo dal Paese. Secondo ricercatori di Oxford l’efficacia degli attuali vaccini, certa per la variante inglese, non lo è per quella sudafricana.

A dicembre dello scorso anno, nonostante le difficoltà per la raccolta dati, in Africa erano stati conteggiati circa 2,5 milioni di casi dall’inizio della pandemia, ossia il 3,3% dei casi di tutto il mondo. Nulle ultime settimane la situazione si è aggravata per un incremento dei contagi del 10,9% secondo fonti delle autorità sanitarie africane. La Nigeria ha  un aumento dei contagi del 52%, attualmente 80.000 i casi confermati. In Sudafrica, che ha quasi superato il milione di infezioni, incremento del 40% nelle ultime settimane. Sono  dati che meritano l’attenzione delle autorità italiane in considerazione della ripresa degli sbarchi di clandestini africani sulle coste del Sud Italia al miglioramento delle condizioni metereologiche. La situazione in Africa è seria. Medici e ricercatori nigeriani e sudafricani hanno interrotto le vacanze natalizie e lavorano nei laboratori, senza tregua 24 ore al giorno, nella previsione che un contagio fuori controllo determinerebbe milioni di morti.

– Fonte Web

Tanti sono gli interrogativi. Le attuali vaccinazioni in corso saranno valide su questa variante africana. Saranno adottate misure di prevenzione agli sbarchi di migranti senza cadere nel reato di “sequestro di persona”. Solo il tempo darà risposta a queste legittime domande.

Sanità anno zero Ricominciamo dal 2021

5 proposte da approfondire

La gravità dell’attuale situazione sanitaria nazionale è figlia dei tagli di 37 miliardi che dal 2010 al 2019 sono stati effettuati da una classe politica arrogante e cieca a scapito della richiesta di salute degli italiani. Ora i nodi sono al pettine e pietosi sembrano i tentativi di aggiustamento messi in atto in questi mesi. Abbiamo speso oltre 12 miliardi ma la ricaduta pratica non è stata percepita da quanti quotidianamente operano nel pianeta sanitario nazionale con spirito di servizio, abnegazione, professionalità ed etica.  La speranza è rimessa nel piano di aiuti dell’Ue, debito che in gran parte dobbiamo restituire e che cadrà sulle spalle di figli e nipoti. L’incalzante attività di una piccola forza politica ha almeno spinto a rivedere il capitolo di spesa sanitaria del Recovery Plan che è passato da 5 a 19 miliardi.

Investire è una parola che può accendere entusiasmi e speranze ma è priva di significato se mancano piani e soprattutto donne e uomini all’altezza della situazione.

Investimento e sviluppo devono prevedere coinvolgimento e condivisione di imprese e categorie professionali. Da sempre l’edilizia è un motore di ripresa perché coinvolge imprese, uomini e mezzi. Quindi la prima proposta è quella di investire nell’edilizia sanitaria. Non costruire nuove cattedrali ma mettere a norma le attuali strutture adeguandole alle aumentate richieste di salute e al decoro dei lavoratori e degli utenti. Secondo investimento la digitalizzazione. L’informatica aumenta la produttività facilitando i percorsi e limitando i tempi. Digitalizzare significa saper produrre sistemi di facile accesso e praticità, con facilità di interconnessioni e azzeramento delle procedure burocratiche. Terzo elemento l’aumento delle competenze, non tanto nei numeri che dovranno essere rivisti essendo ora al ribasso, ma nella qualità. L’aumento delle competenze passa per l’incremento di modelli formativi professionali e manageriali. L’indirizzo di finalità, strategie e obiettivi dovrà essere centrale ma l’adattamento e le modalità pratiche dovranno essere modulati secondo le esigenze locali delle Aziende sanitarie. L’offerta formativa ha bisogno di integrazione vera e non di facciata Ospedale Università. Non è più il momento del numero chiuso a Medicina, alle scuole di specializzazione e alle Professioni sanitarie che attirano i nostri giovani migliori. Una “meglio gioventù”  che deve essere formata e arricchita di professionalità, etica e umanizzazione. L’Università italiana, non avendo la capacità di garantire una offerta formativa all’altezza del prevedibile maggior numero di studenti, deve aprirsi all’Ospedale. È necessario censire e valorizzare le competenze professionali dei medici ospedalieri che operano in aziende pubbliche e accreditate per offrire una possibilità in più ai medici in formazione specialistica di accesso a tecnologie avanzate e di inserimento in strutture di alta efficienza.

Forse terminata la pandemia attuale ci accorgeremo che la vera emergenza è la cronicità. L’aumento degli anziani, non quelli “diversamente giovani” ma quelli con gravi riduzioni delle autonomie motorie e cognitive determinerà un sempre più alto incremento di costi sociali, sanitari e previdenziali. È fondamentale, quarta proposta, il potenziamento della  Medicina del territorio. Per ridurre i costi delle ospedalizzazioni dobbiamo portare le cure il più possibile al domicilio del paziente. Telemedicina e competenze diagnostiche strumentali sono le armi che devono essere fornite al Medico di medicina generale. Con la telemedicina si potranno effettuare consulti a distanza, trasmissioni di immagini, prescrizioni farmaceutiche in una rete integrata tra domicilio del paziente, studio medico, ospedale, farmacia.

È importante saper investire e pensare in grande. Costruire tante terapie intensive senza uomini è pura follia. Gli inizi del 900 hanno visto guerre, carestie, rivoluzioni, la pandemia di influenza denominata “La Spagnola”  e la storia ci insegna che esiste una ciclicità degli eventi. L’uomo del terzo millennio non deve farsi trovare impreparato. La quinta proposta è la Guardia sanitaria nazionale, una struttura flessibile, operativa integrata con la Sanità militare, Croce rossa, Protezione civile, territorio, formata da strutturati e volontari, per rapido intervento in caso di emergenze sanitarie e catastrofi naturali.

Secondo una stima dell’attuale Ministro della Salute sono necessari 68 miliardi da spalmare in otto anni per ottenere un Servizio sanitario degno del nostro paese. L’importante è fare presto.

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico –

Redazione Corriere nazionale.net – Corriere Puglia e Lucania

5 articolo https://www.corrierenazionale.net/2021/01/30/sanita-anno-zero/