Tutti gli articoli di Riccardo Guglielmi

Regole e consuetudini del cuore

Ordinamenta et consuetudo cordis

Regole e consuetudini del cuore

Dalla tradizione marinara alla medicina di sistema

TRANI – La parola è diventata farmaco il 18 aprile, dove una task force composta da cardiologi, cardiochirurghi, psicoterapeuti e infermieri dalle ore 8.30, presso “San Paolo al Convento”, ha fatto il punto sulle tecnologie avanzate, sulle terapie farmacologiche e sui nuovi percorsi gestionali nella lotta alle malattie cardiovascolari. La novità dell’evento sta proprio nel titolo: Ordinamenta et consuetudo cordis. Gli organizzatori, Minervini, Turturo e Valenti, hanno saputo cogliere le analogie tra gli statuti del mare regolanti la navigazione commerciale della marineria di Trani sin dal 1063, con gli attuali diritti e doveri del medico, il capitano e dell’assistito, il passeggero. Il convegno inizia con una breve storia, esposta da Barone, della Cardiologia Ospedaliera dell’Ospedale di Andria. A seguire i lavori congressuali si sono concentrati sulla Cardiologia interventista e sul parere degli esperti che hanno saputo fornire soluzioni e risposte secondo le ultime novità terapeutiche e diagnostiche. Violini parte dal cateterismo cardiaco e arriva alle moderne procedure di rivascolarizzazione, mentre Contegiacomo mostra l’esperienza personale nel trattamento della valvulopatia mitralica e aortica con l’impianto di dispositivi percutanei, TAVI e Mitral clip, quando le cattive condizioni cliniche non consentono la chirurgia tradizione. La validità del by-pass aortocoronarico, procedura difficilmente rottamabile, è sottolineata da Mazzei e Labriola, specialmente nel paziente ad alto rischio, diabetico o intollerante alla terapia antiaggregante. Secondo Di Donna il rapporto infiammazione aterosclerosi si va sempre più consolidando nella genesi dell’aterosclerosi. Lo squilibrio dell’assetto lipidico e l’aumento dell’acido arachidonico, potente mediatore infiammatorio, hanno un ruolo importante nel bilancio dello stress ossidativo. Nel futuro l’analisi della dinamica delle membrane cellulari, lipidomica, permetterà di valutare lo stress ossidativo degli acidi grassi e correggere con diete appropriate lo squilibrio lipidico. Nella seconda parte della mattinata la Medicina dei sistemi, novità per molti partecipanti, è stata protagonista. «La visione della complessità della patologia cardiovascolare –secondo Pristipino– va oltre l’Heart team tradizionale con cardiologi e cardiochirurghi. E’ auspicabile l’intervento di nuove figure professionali, genetisti, psicologi e sociologi che dovranno creare nuovi paradigmi». Nel futuro partendo dalla cellula e dall’organo si dovrà arrivare al sistema individuo inserito nella società e nell’ambiente. Obiettivo della Medicina dei sistemi è integrare la complessità e la molteplicità di dati medici/biologici rilevati dalla ricerca al fine di consentire la comprensione dei meccanismi fisiopatologici, della prognosi, della diagnosi e del trattamento di ciascuna malattia. All’utente bisogna saper dare risposte semplici e pratiche e in questa sessione è stato affrontato l’aspetto psicologico del paziente che ritorna a casa dopo evento cardiologico acuto. Certo quando il cuore soffre, il cervello ne risente e si crea un circuito che persiste e s’ingigantisce. «Stress acuto e cronico -secondo la dott.ssaRoscella, psicoterapeuta– sono equivalenti di fattori di rischio coronarico. I fattori psicosociali sono al terzo posto, dopo ipercolesterolemia e ipertensione nella genesi della cardiopatia coronarica». Al paziente bisogna saper fornire gli elementi per imparare ad affrontare in termini scientifici queste problematiche. In quest’otticaGiovanna Lupis ha esposto i vantaggi della terapia del mutuo aiuto psicologico in corso presso la Cardiologia Ospedaliera del Policlinico di Bari: il gruppo infonde serenità, stimola il benessere interiore e il sorriso. Quest’aspetto, coordinato da Nando De Muro, rientra nelle iniziative di sostegno emotivo-relazionale e di sensibilizzazione alla prevenzione secondaria che le donne e gli uomini dell’associazione di volontariato AMA Cuore Bari stanno portando avanti con passione, sacrificio e altruismo. La parola che cura diventa una nuova arma nella lotta alle malattie cardiovascolari. La patologia si trasforma in risorsa per iniziare un nuovo percorso di vita. Questa è la filosofia dell’auto mutuo soccorso messa in atto dal volontariato che sa creare buona medicina integrandosi con il Sistema sanitario pubblico senza addebiti di spesa. Ben integrato nella cardiologia di sistema l’intervento di Nicola Signore, il responsabile dell’emodinamica della Cardiologia ospedaliera del Policlinico barese, che ha elencato gli effetti benefici del vino e quello pugliese è ben indicato, anche in quelle nazioni dove è maggiore il consumo di grassi saturi, vedi paradosso francese. Nel pomeriggio sessione infermieristica e modulo interattivo tra pubblico ed esperti, D’Agostino, Marchese, Vulpis su fibrillazione atriale, riabilitazione, scompenso e ipertensione arteriosa. E per finire nel rispetto dell’accostamento con la marineria locale, convegno paragonabile a una regata di imbarcazioni con il gran pavese issato ed equipaggio in coperta.

Bari, 23 aprile 2014

Convegno Regionale ANCE Puglia 2013

Si è svolto a Bari l’8 e 9 Novembre il Convegno Regionale ANCE Puglia dal titolo “IPERTENSIONE, DISLIPIDEMIE e SCOMPENSO CARDIACO: organizzazione sanitaria e ricerca a confronto.

Il Convegno  ha trattato  temi di più frequente riscontro nella pratica clinica, aggiornandone la trattazione in base ai più recenti sviluppi della ricerca e della pratica clinica dello specialista cardiologo ambulatoriale e non solo. L’ipertensione arteriosa, le dislipidemie e lo scompenso cardiaco cronico sono,infatti, patologie, la cui incidenza e prevalenza risultano crescenti, grazie, soprattutto all’invecchiamento della popolazione. Nonostante i continui miglioramenti nella terapia farmacologica e non,però, molti pazienti non sono a target con conseguente aumento dei ricoveri ospedalieri e della mortalità. Una migliore gestione extraospedaliera è, perciò, fondamentale per migliorare la qualità di vita, la prognosi e anche per ridurre la spesa sanitaria.Nella prima sessione moderata dal Prof. Favale,Direttore della Cardiologia Universitaria di Bari e dal Dott Guglielmi, Direttore della Cardiologia Ospedaliera del Policlinico Consorziale di Bari, il Prof Renato Nami, Direttore U.O. di Cardiologia dell’Ospedale di Siena, ha fatto il punto sulla cura farmacologica e non dell’ipertensione arteriosa, rilevando come siano ancora lontani nel mondo reale gli obiettivi di controllo pressorio indicati dalla ricerca scientifica come auspicabili per un’ importante   riduzione del rischio cardiovascolare e i rimedi che possiamo porvi  impegnandoci tutti quotidianamente. La Dott.ssa Strippoli, Dirigente Nefrologo del Policlinico di Bari, ha focalizzato l’attenzione sulla terapia antipertensiva ed ipolipemizzante del paziente uremico, indicando i farmaci che è meglio usare e quelli che è meglio evitare. Il Dott. Spinelli, del gruppo del Prof. Simonetti dell’ Università di Tor Vergata, Roma, ha mostrato i risultati della tecnica di denervazione renale, evoluta e diffusa molto negli ultimi mesi, che nel loro Centro si pratica da alcuni anni, con ottimi risultati non solo nel campo dell’ipertensione arteriosa.

Nella seconda sessione sono stati presentati i risultati di due modelli organizzativi, quello del Day Service Ipertensione Territoriale di Bari, grazie al dott. Saliani, Dirigente Medico Cardiologo Ambulatoriale di Bari, e quella dell’Ambulatorio di Cardiologia Metabolica dell’Ospedale di Copertino, grazie al dott. Greco, Dirigente Medico Ospedaliero Endocrinologo di Copertino, mettendo in evidenza gli aspetti positivi ma anche le criticità, moderati dal dott. Di Cillo, Responsabile Cardiologia d’Urgenza presso il Policlinico di Bari e dal dott. D’Alessandro, segretario provinciale ANCE Foggia. Nel pomeriggio, nella sessione dedicata allo scompenso cardiaco cronico, esperti come il Dott. Gabriele De Masi De Luca,Dirigente Medico della Cardiologia dell’Ospedale di Tricase, il Dott. Carlo D’Agostino, Direttore U.O. Cardiologia dell’Ospedale di Venere di Bari, il Dott. Andrea Spampinato,Direttore Reparto Cardiologia Villa Tiberia Roma, Cardiologo Interventista – Aritmologo, moderati dal Dott. Cosimo Damiano Di Candia ed il Dott. Clemente Salerno, hanno presentato i risultati della ricerca scientifica nell’ambito della  resincronizzazione cardiaca e il Dott. Nicola Gallo, nell’ambito della cardiochirurgia.  Nella quarta sessione sono stati presentati i risultati di modelli organizzativi territoriali  come quello dell’ ambulatorio dello Scompenso Cardiaco Cronico proposto, realizzato e pubblicato dal Dott. Pisanò, professore presso la Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università di Foggia, dalla Dott.ssa De Paolis, Dirigente Medico Cardiologo Ambulatoriale ASL LE, e dalla Dott.ssa Simonetta Longo, Dirigente Medico Cardiologo Ospedaliero a Tricase,  l’ambulatorio delle cardiocronicità realizzato a Bari dalla Dott.ssa De Giosa , Dirigente Medico Cardiologo, Responsabile ambulatorio scompenso cardiaco ambulatoriale a Bari ed infine le prime esperienze di ambulatorio dedicato allo scompenso cardiaco cronico realizzato a Lecce presso la Cittadella Della Salute, presentate dalla dott.ssa De Benedittis, Dirigente Medico Cardiologo Ambulatoriale della ASL di Lecce, Segretario Regionale ANCE Puglia.

Il sabato mattina il prof. Di Biase,Direttore della Cardiologia Universitaria di Foggia, Presidente della SIC -Società Italiana di Cardiologia, dopo aver moderato la V° Sessione con il prof. Vincenzo Romano, past president dell’ANCE e presidente della SICEX, ha presentato una lettura magistrale sui più recenti device   in Cardiologia. Gli argomenti trattati dai relatori nella prima parte della mattinata sono stati vari e tutti molto attuali: nuovi farmaci anticoagulanti orali nella FA presentati dalla Dott.ssa R. Romito, Dirigente Medico presso la Cardiologia d’urgenza dell’Ospedale Policlinico di Bari,  che ha puntualizzato aspetti importanti del follow-up che spetta ad ogni singolo    prescrittore   cardiologo e non ai Centri TAO. Dei nuovi farmaci    antianginosi  e della terapia   dello scompenso cardiaco cronico  refrattario     ha parlato il Dott. A.F. Amico,Direttore U.O Cardiologia  e membro del Comitato Scientifico organizzatore del Congresso. L’inquadramento diagnostico e l’iter terapeutico dell’Ipertensione sono stati trattati dal Dott. Giuseppe Galgano, Dirigente Medico della Cardiologia e U.T.I.C. dell’Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti, che ha organizzato un intero convegno sull’argomento, il 5 e 6 Dicembre ad Acquaviva delle Fonti. Nell’ultima sessione il Dott. Baldi, già Responsabile della Divisione di Cardiologia Ospedale Civile SS. Annunziata Taranto, ha fatto un excursus sui progressi delle conoscenze fisiopatologiche e della terapia dello scompenso cardiaco .Il Dott. Forleo, Direttore del Laboratorio di Elettrofisiologia dell’Università di Tor Vergata, ha presentato un nuovo sistema, che immettendo i dati del paziente fornisce la sua probabilità  di risposta  alla  CRT.Infine il Dott Piscitelli,Epidemiologo, ricercatore ISBEM, ha fatto vedere come attraverso i registri si possa migliorare la gestione del singolo paziente.

I minicorsi con SIMMAN o paziente simulator hanno fornito, infine, informazioni su tecniche manuali importanti per affrontare in sicurezza e con competenza anche situazioni cliniche in urgenza.Si è molto discusso in tutte la sessioni su come migliorare il lavoro dei cardiologi territoriali ma anche di quelli ospedalieri e universitari per fornire un servizio sempre più adeguato alla domanda di salute della popolazione.

Impatto impressionante della telemedicina nel trattamento delle patologie croniche

Il 40% delle prestazioni sanitarie per i malati cronici sarà erogato attraverso canali telematici. E’ quanto previsto da un gruppo di 400 esperti del settore, riunitisi a Edimburgo in occasione della prima European Telemedicine Conference.
Grazie al supporto telematico sarà possibile monitorare attentamente i diversi parametri, biologici, clinici, radiologici, ecocardiografici e quindi lo stato di salute di un malato cronico, riuscendo così a intervenire prima della necessità di un ricovero.
L’aspetto economico della gestione della cronicità comincia a essere un serio problema per gli amministratori pubblici. Gli alti costi sociali e previdenziali, potrebbero determinare tagli di spesa e, di conseguenza, perdita di servizi essenziali per un’utenza fragile.
La creazione di servizi erogabili in telemedicina permetterebbe un risparmio sui costi dell’assistenza sanitaria.
In cardiologia i campi di applicazione sono infiniti, dalla diagnostica alla cura. Oggi è possibile la trasmissione a distanza dell’elettrocardiogramma da multiple postazioni periferiche, l’analisi delle aritmie, l’esame dei pace-maker, i consulti con invio di immagini radiologie o ecocardiografiche; domani sarà possibile la visione diretta dei soggetti assistiti durante il lavoro o il tempo libero, sino al contemporaneo controllo di quanti svolgono programmi riabilitativi, comodamente nelle loro abitazioni.
Telemedicina significa meno ricoveri, decongestione del Pronto Soccorso, minori disagi per pazienti e familiari. Non rimane che guardare con ottimismo a un futuro che preveda sì risparmi, ma che garantisca cure più efficienti ed efficaci erogate dal nostro Sistema Sanitario Nazionale.

Esercizio fisico toccasana per il cervello degli anziani

Ai canadesi di Montreal che hanno dimostrato quanto l’esercizio fisico praticato dalle mamme in gravidanza renda i bambini più intelligenti, rispondono gli americani del Texas che evidenziano il ruolo positivo dell’attività motoria aerobica sul cervello degli over cinquanta.
Uno studio condotto da ricercatori del Center for Brain Health dell’Università di Dallas, pubblicato online sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscienc, ha dimostrato che l’esercizio fisico negli anziani migliora la memoria e le funzioni cerebrali.
Adulti normalmente sedentari fra 57 e 75 anni d’età sono stati divisi in due gruppi. Il primo ha eseguito un programma di allenamento aerobico supervisionato su cyclette o tapis roulant per un’ora, tre volte alla settimana per 12 settimane, il secondo non ha svolto alcun training ed è servito come gruppo di controllo. E’ stata poi analizzata la funzionalità cognitiva dei partecipanti, insieme al flusso sanguigno cerebrale e cardiovascolare in tre momenti: prima di iniziare il regime di esercizio fisico, a metà del percorso (6 settimane), e dopo le sedute (12 settimane).
La ricerca ha dimostrato l’aumento del flusso sanguigno nel cingolo anteriore, a indicare una maggiore attività neuronale, e nell’ippocampo, la regione del cervello chiave nell’insorgenza della malattia di Alzheimer. I test hanno evidenziato migliore capacità di memoria, a dimostrazione che l’esercizio fisico possa essere una delle terapie più utili, convenienti e disponibili per tutti.
La speranza è che questi risultati motivino gli adulti di tutte le età a iniziare e praticare costantemente attività fisica aerobica. Allora tutti in palestra per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e della demenza.
Bari 14-11-2013

Gravidanza con esercizio fisico: bimbi più intelligenti

Se la mamma incinta pratica esercizio fisico il bambino sarà più intelligente.
Bastano venti minuti di moderato esercizio fisico tre volte la settimana, durante la gestazione, per potenziare lo sviluppo del cervello del bambino. Questo è il risultato finale di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Montreal e dall’ospedale pediatrico CHU Sainte-Justine e presentato durante il recente congresso Neuroscience 2013 che si sta tenendo a San Diego.
L’attività fisica praticata dalla mamma potrebbe avere un impatto sull’intera vita del bambino. E’ il primo lavoro scientifico, condotto sull’uomo, che dimostra il rapporto positivo dell’esercizio fisico. I ricercatori canadesi, coordinati da Dave Ellemberg, hanno analizzato, dal secondo trimestre di gravidanza, un gruppo di madri praticanti esercizio fisico, e lo hanno messo a confronto con un campione di puerpere sedentarie.
Al primo gruppo è stato chiesto di praticare un moderato esercizio fisico per venti minuti tre volte la settimana. L’attività’ cerebrale del bambino è stata misurata a otto e dodici giorni, mediamente, con alcuni elettrodi che registravano la memoria uditiva del neonato. I figli delle madri più attive avevano un’attivazione cerebrale più vivace e matura.
Bari 12-11-2013