Antologia di articoli, modalità SEO e continuativa, trattati dal saggio: MEDICINA PER LO SVILUPPO SOCIALE DEL TERRITORIO di Riccardo e Angela GUGLIELMI
Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine a tutti coloro che hanno creduto nel valore del mio impegno per lo sviluppo sociale del territorio. Un ringraziamento speciale al dott. Antonio Peragine, Accademico dell’ISFOA e della Università Telematica Federiciana, che ha presentato la candidatura per il conferimento della Laurea Honoris Causa in “Sviluppo Sociale del Territorio“
Questo riconoscimento mi motiva ancora di più a portare avanti il mio lavoro nel volontariato, nella professione medica, nella didattica e nella comunicazione scientifica. Grazie di cuore a chi mi ha accompagnato in questo percorso! 🙏💙

La salute è il cuore pulsante di ogni comunità: in questa raccolta di editoriali, in corso di pubblicazione sul Corriere Nazionale.net , esploro come la medicina, l’innovazione sanitaria e la collaborazione tra professionisti possano diventare leve fondamentali per la crescita e il benessere del territorio. Un viaggio settimanale tra esperienze, riflessioni e proposte concrete per rendere la sanità sempre più protagonista dello sviluppo locale.
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Bari 16.10.2025 Riccardo Guglielmi
La presentazione del dott. Antonio Peragine, direttore Corriere Nazionale.net
La Medicina che fa crescere il Paese: ogni sabato una nuova storia di salute e territorio
La medicina non è solo cura: è il cuore pulsante del benessere collettivo e della crescita dei nostri territori. Da oggi, il Corriere Nazionale.net lancia una nuova serie di editoriali settimanali – ogni sabato – dedicata proprio a questo tema: raccontare come la salute, la prevenzione, l’innovazione e la solidarietà possano trasformare le comunità, rendendole più forti, coese e prospere.

Gli editoriali sono prodotti dal nostro Giornalista Scientifico, Riccardo Guglielmi, da oltre 50 anni impegnato nella cura dei cardiopatici, nel giornalismo e nel volontariato per diffondere messaggi di prevenzione e cultura della salute. L’obiettivo è quello di prendere spunto da questi editoriali per la realizzazione di un’opera più complessa: un saggio che avrà per titolo “Medicina per lo sviluppo del territorio”. Attraverso storie, dati, esempi concreti e buone pratiche che fanno la differenza nelle città e nei piccoli centri italiani, vogliamo seminare idee, ispirare soluzioni e accendere il dibattito su un nuovo modo di intendere la medicina: non solo come risposta alla malattia, ma come leva di sviluppo sociale, economico e culturale.Questa serie di editoriali settimanali sarà il seme per un progetto che punta in alto: coinvolgere professionisti, cittadini, amministratori e giovani medici in un percorso di crescita condivisa, dove ogni storia diventa esempio e stimolo per il futuro.
Ti aspettiamo ogni sabato sul Corriere Nazionale.net, per scoprire insieme come la medicina può davvero cambiare il volto del nostro Paese. Perché investire in salute significa investire nel futuro di tutti.
Antonio Peragine
Direttore Corriere Nazionale.net”
La Medicina che fa crescere il Paese: ogni sabato una nuova storia di salute e territorio
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EDITORIALI DA BARI
La Salute come Motore di Crescita
La medicina non è solo cura, ma un potente catalizzatore di progresso. A Bari, come in ogni angolo d’Italia, investire in sanità significa costruire comunità più forti, coese e prospere. La salute non è un costo, ma un investimento che genera lavoro, innovazione e benessere collettivo. Come possiamo trasformare questa visione in realtà?

La storia ci insegna che la medicina è sempre stata intrecciata con lo sviluppo dei territori. Dai templi di Imhotep nell’Antico Egitto agli ospedali militari romani, fino al Servizio Sanitario Nazionale del 1978, la salute ha plasmato società più resilienti. Oggi, in un mondo che invecchia e affronta nuove sfide, come le malattie croniche e le disuguaglianze, la medicina di prossimità è la chiave per rispondere ai bisogni delle persone. Le Case della Salute, gli Ospedali di Comunità e la telemedicina non sono solo strumenti sanitari, ma veri e propri hub di sviluppo, che portano servizi vicino ai cittadini, riducono i ricoveri e creano fiducia.
Pensiamo al farmacista di quartiere, che ascolta e consiglia, o al medico di famiglia che, tra una visita e una chiacchierata, costruisce relazioni di cura. A Bari, il lungomare e le piazze raccontano storie di comunità che si riuniscono, si supportano e crescono insieme. La medicina territoriale è questo: un tessuto di relazioni che, come le orecchiette con le cime di rapa, rappresenta l’essenza della nostra cultura – semplice, autentica, vitale.
Sul piano economico, i numeri parlano chiaro. La spesa sanitaria pubblica italiana, circa il 6,7% del PIL nel 2022, genera un effetto moltiplicatore: ogni euro investito in sanità produce fino a 1,7 euro di valore aggiunto nell’indotto (OCSE, 2023). La prevenzione, con un risparmio annuo di oltre 10 miliardi di euro, libera risorse per scuole, infrastrutture e innovazione. In Puglia, progetti come la Rete Oncologica Pugliese e “eHealthNet” dimostrano come la tecnologia – dall’intelligenza artificiale alla telemedicina – possa rivoluzionare la cura, creando occupazione e attirando investimenti. Nel 2023, le startup health-tech italiane e le scuole che formano sviluppatori pronti per questo settore, hanno attirato investimenti per oltre 300 milioni di euro, confermando il fermento e la crescita costante dell’ecosistema digitale in ambito sanitario.
Accanto all’innovazione digitale, è fondamentale il contributo delle associazioni di volontariato: realtà come LILT, impegnata nella lotta contro le malattie oncologiche, e AMA CUORE, attiva nella prevenzione e supporto delle patologie cardiovascolari, rappresentano un punto di riferimento insostituibile per i pazienti e le famiglie, offrendo sostegno, informazione e una rete di solidarietà che arricchisce tutto il sistema sanitario.
Ma la medicina non è solo numeri. È il medico che si ferma a parlare con un paziente sulla panchina, il volontario che accompagna un malato cronico, la comunità che si riunisce per una campagna vaccinale. È San Nicola, presenza gentile che veglia su Bari, a ricordarci che la cura è anche umanità. Investire in salute significa investire in coesione sociale, riducendo le disuguaglianze e dando voce a chi è più fragile.
La sfida ora è chiara: smettere di vedere la sanità come una spesa e riconoscerla come il cuore pulsante dello sviluppo. Ai politici chiediamo di puntare su reti territoriali e digitalizzazione. Ai giovani medici, di abbracciare la missione con empatia e innovazione. Ai cittadini, di essere protagonisti attivi della propria salute. Come recita il motto “ADIUVARE et VALERE”, aiutare e dare valore: questa è la medicina che trasforma i territori. Facciamo in modo che ogni cura diventi un passo verso un futuro più sano e prospero, da Bari al resto del Paese.
Capitolo 1
Medicina e Territorio: La storia invisibile che ha cambiato l’Italia
Oggi inizia un viaggio fatto di storie vere, persone e territori: ogni sabato vi porterò alla scoperta di come la medicina, tra passione e innovazione, può davvero migliorare la vita di tutti noi

C’è un filo sottile e potente che attraversa la storia del nostro Paese: è quello della medicina, capace di intrecciarsi con lo sviluppo del territorio e di diventare il vero motore silenzioso della crescita collettiva. Fin dall’antichità, quando i templi di Imhotep nell’Egitto dei faraoni erano centri di cura e formazione, la salute è stata considerata un bene pubblico, fondamentale per la stabilità e la prosperità delle comunità. In Grecia, Ippocrate insegnava che il benessere dipendeva dall’ambiente e dalle condizioni sociali, gettando le basi della medicina come scienza pubblica e territoriale. I Romani, con le loro infrastrutture d’avanguardia e un sistema sanitario ante litteram, hanno trasformato la prevenzione e la cura in strumenti di coesione sociale, facendo della salute una questione di interesse collettivo.
Quando l’Impero Romano crolla, la medicina trova rifugio nei monasteri, dove la cura dei malati diventa un dovere sacro. Nascono così le prime istituzioni ospedaliere, spesso sostenute da mercanti e nobili, che anticipano il concetto di welfare locale e integrano assistenza e sviluppo economico. La vera grandezza, come ricordava anche Dante, non si misura nella fama, ma nelle opere di misericordia e nella capacità di prendersi cura degli altri.
Con il Rinascimento e l’Illuminismo, la medicina si libera dai soli vincoli della carità e diventa scienza e responsabilità pubblica: le università italiane diventano laboratori di innovazione, le amministrazioni comunali iniziano a gestire direttamente gli ospedali e le grandi epidemie insegnano che la salute pubblica è una questione di sopravvivenza collettiva. L’Unità d’Italia segna una svolta: arrivano le Casse Mutue, il medico condotto, gli ospedali pubblici, ma la vera rivoluzione arriva nel 1978, con la nascita del Servizio Sanitario Nazionale. Da quel momento, la salute diventa un diritto universale, garantito a tutti, senza distinzioni, e la sanità pubblica si trasforma nel vero motore di coesione sociale, innovazione e crescita economica.
I numeri raccontano meglio di qualsiasi parola questo percorso: oggi l’aspettativa di vita degli italiani supera gli 83 anni, la mortalità infantile è tra le più basse al mondo e la copertura vaccinale raggiunge livelli eccellenti, ben oltre gli obiettivi internazionali. Risultati che pongono il nostro Paese ai vertici mondiali per qualità della salute e che sono il frutto di una lunga storia di prevenzione, innovazione e inclusione.
Dietro le quinte, la Sanità Militare Italiana e la Protezione Civile continuano a essere pilastri strategici: nelle emergenze, dalla pandemia ai terremoti, la loro azione rapida e organizzata garantisce sicurezza e resilienza a tutta la popolazione, integrando la risposta della sanità pubblica.
Dopo cinquant’anni di medicina vissuta tra ospedale e territorio, posso dire che il cuore di questa professione non è mai cambiato: il medico resta prima di tutto un punto di riferimento umano, un costruttore di benessere quotidiano, un ponte tra scienza e umanità. Ogni progresso, ogni innovazione, nasce sempre dall’incontro tra conoscenza e ascolto, tra tecnologia e vicinanza. E il futuro della sanità italiana passa ancora da qui: dalla capacità di fare squadra, di mettere il paziente al centro e di continuare a costruire una società più giusta e più sana, giorno dopo giorno.
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Riccardo Iacona: è uno dei giornalisti italiani più efficaci quando si tratta di raccontare la sanità e i temi sociali con passione, chiarezza e capacità di coinvolgere il lettore, sempre con uno stile diretto e vicino alle persone. Il suo modo di scrivere e raccontare storie – come nei servizi di “Presa Diretta” – riesce a mettere insieme dati, storie vere e una forte spinta all’azione, proprio quello che serve anche per il tuo tema
Salute a chilometro zero
La salute a chilometro zero non è un’utopia: è la scelta coraggiosa di una sanità che ascolta, che previene, che mette al centro le persone e le comunità. È la strada giusta per affrontare le sfide di oggi e di domani. E tu, sei pronto a farne parte?
La rivoluzione parte dal territorio: nuovi modelli organizzativi, medicina di prossimità e comunità al centro per una salute davvero accessibile e condivisa

Immagina di poter trovare la salute proprio sotto casa, senza ostacoli, senza distanze, senza quella sensazione di essere solo un numero in una lista d’attesa infinita. Oggi, la vera rivoluzione della sanità italiana si gioca qui: tra le strade dei nostri quartieri, nei paesi, nelle comunità dove viviamo ogni giorno.
“Chilometro zero” non è più solo il sogno di un mercato contadino o di un’economia locale: è il nuovo modello per una sanità vicina, concreta, fatta di volti, storie e relazioni. È la risposta a una società che invecchia, che si fa fragile, che chiede cure personalizzate e accessibili, non solo per chi può permettersele o per chi vive in città.
Negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Dall’ospedale al territorio, dalla centralità delle mura all’abbraccio della comunità: la sanità di prossimità prende forma nelle Case della Salute, negli Ospedali di Comunità, nella telemedicina e nelle reti di professionisti che lavorano insieme, ogni giorno, per non lasciare indietro nessuno. 👩⚕️🤝👨⚕️
Non è solo organizzazione: è un atto politico, una scelta di civiltà. Perché investire nella salute di prossimità vuol dire investire nello sviluppo, nella qualità della vita, nel futuro di tutti. E significa anche ascoltare le storie, accorciare le distanze, ricucire le fratture tra chi può e chi non può.
La medicina di prossimità è la risposta concreta alle cronicità, alle nuove fragilità, alle emergenze che non possono più essere affrontate solo dentro le mura di un ospedale. È la medicina che arriva prima, che previene, che accompagna, che fa sentire ogni cittadino protagonista del proprio benessere. È la forza delle reti territoriali, delle équipe multidisciplinari, dei percorsi di cura personalizzati, dei servizi che entrano davvero nella vita delle persone.
La pandemia ci ha insegnato che la solitudine e la frammentazione sono nemici della salute. Ma ci ha anche mostrato che, quando la comunità si stringe, quando la sanità si fa vicina, nessuno resta indietro. Le Case della Comunità, l’assistenza domiciliare, la telemedicina: sono queste le nuove frontiere di una sanità che mette al centro la persona, non più l’istituzione.
“Sortirne insieme è politica”, diceva Don Milani. E la medicina territoriale è, oggi più che mai, la più alta forma di politica sanitaria: costruire benessere insieme, giorno dopo giorno, senza lasciare nessuno ai margini.
Take home message?
La salute a chilometro zero non è un’utopia: è la scelta coraggiosa di una sanità che ascolta, che previene, che mette al centro le persone e le comunità. È la strada giusta per affrontare le sfide di oggi e di domani. E tu, sei pronto a farne parte?
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Sanità a chilometro zero: la rivoluzione parte dal territorio! 🏥🌱 Cure più vicine, accessibili e personalizzate per tutti. Scopri come la medicina di prossimità sta cambiando il nostro modo di vivere la salute. #Sanità #Prossimità #Territorio
25.10.2025
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Capitolo 3
Salute e Sviluppo

La Coesione del Territorio
“La medicina è una scienza sociale, e la politica non è altro che medicina su larga scala.” Questa frase di Rudolf Virchow risuona oggi più che mai, mentre osserviamo come la salute sia diventata il vero collante delle nostre comunità. Non è solo questione di diagnosi e terapie: la medicina è il ponte che unisce il destino del singolo a quello della collettività, trasformando ogni gesto di cura in un investimento per il futuro di tutti.
Quando un territorio mette la salute al centro, cambia tutto: cresce la solidarietà, si rafforza la fiducia, si riduce la distanza tra chi rischia di restare ai margini e chi invece ha più risorse. Consultori che accolgono le fragilità, assistenza domiciliare che restituisce dignità agli anziani, campagne vaccinali che diventano momenti d’incontro anche nelle periferie più dimenticate. Questi non sono solo servizi, ma veri e propri atti di cittadinanza attiva. La medicina, così, si trasforma in un presidio contro l’esclusione e in un motore di inclusione.
E non è solo una questione etica o sociale: i numeri parlano chiaro. Investire in salute significa far crescere il Paese. Secondo ISTAT e OCSE, ogni euro speso in sanità pubblica genera fino a 1,7 euro di valore aggiunto nell’indotto. Le strategie di prevenzione hanno già permesso di risparmiare oltre 10 miliardi l’anno, liberando risorse per scuola, cultura e innovazione. Una popolazione sana è una popolazione che lavora, innova e costruisce futuro.
Ma questa ricchezza va protetta. La lotta a sprechi e corruzione non è solo burocrazia: è un dovere morale, perché ogni euro sottratto alla salute è un euro tolto al benessere collettivo. Le esperienze delle Case della Salute e delle Reti di medicina di gruppo mostrano che con trasparenza e attenzione alla persona si può coniugare qualità delle cure e sostenibilità economica.
Negli ultimi mesi, il dibattito pubblico italiano ruota sempre più attorno alla salute come leva di rilancio per il Paese. Proprio nei giorni scorsi, i dati ISTAT hanno confermato che l’aspettativa di vita in Italia è tornata a salire dopo il duro colpo della pandemia, ma le disuguaglianze restano profonde tra Nord e Sud, tra chi ha accesso alle cure e chi ne resta escluso.
Cosa significa davvero investire in salute oggi? Non solo più ospedali o farmaci innovativi, ma la capacità di considerare la salute come un bene comune, motore di coesione sociale e sviluppo economico. Lo ricordava Amartya Sen: una società è tanto più libera quanto più i suoi cittadini sono messi nelle condizioni di vivere bene e a lungo. E Michael Marmot ha dimostrato come il benessere collettivo sia il risultato di scelte politiche, economiche e culturali che riducono le disparità e promuovono l’inclusione.
In questo scenario, la sfida per l’Italia è duplice: da un lato, investire in prevenzione e innovazione, dall’altro ricucire le fratture sociali che la pandemia ha acuito. Non basta destinare risorse: serve una visione sistemica, in cui sanità, scuola, lavoro e ambiente siano visti come pezzi dello stesso puzzle. Solo così la salute diventa davvero un diritto universale e un fattore di competitività per il Paese.
Guardando fuori dai confini, molti Paesi europei stanno già sperimentando modelli integrati che mettono la persona al centro e valorizzano il ruolo delle comunità. L’Italia può imparare da queste esperienze, ma ha anche la forza per proporre soluzioni originali, partendo dal suo patrimonio di competenze e solidarietà.
Non sono solo i medici a dirlo. Amartya Sen, premio Nobel, sottolinea che la salute è la base della libertà umana. Michael Marmot ci ricorda che le disuguaglianze in salute sono il frutto di scelte sociali, e che solo agendo insieme – oltre il sistema sanitario – possiamo costruire comunità più giuste. Ecco perché la medicina non è solo scienza, ma cultura e responsabilità condivisa. Dove la salute è al centro, la comunità cresce: più forte, più coesa, più pronta ad affrontare le sfide di oggi e di domani.
La sfida è aperta: ognuno di noi, cittadini, medici, istituzioni, può e deve sentirsi parte della risposta. Perché la salute non è solo un obiettivo, ma la base su cui costruire il futuro che vogliamo
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Capitolo 4
Sanità come Investimento Strategico
Scopri perché la Sanità è un Investimento e non un costo. La Prevenzione Sanitaria e il Digital Health Italia sono leve chiave per lo Sviluppo Territoriale. Dati OECD2.

Il Vero “PNRR” è la Prevenzione
Anni di discussioni, infinite ore di dibattiti politici, e la sanità italiana resta ingabbiata nel recinto del “costo”. Una voce di spesa da contenere, un pozzo senza fondo nel bilancio pubblico. La realtà, supportata dai numeri che non mentono, racconta una storia diametralmente opposta. La Sanità è, a tutti gli effetti, la pietra angolare dello sviluppo economico e sociale, un vero e proprio asset di competitività territoriale.
Non è un’opinione. È la cruda evidenza che emerge dal rapporto OECD: ogni euro investito in sanità genera fino a 1,7 euro di valore aggiunto nell’indotto. Lo capite cosa significa? Che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non è una zavorra, ma un moltiplicatore finanziario che il Paese, fermo al 6,7% del PIL di spesa pubblica (ben sotto la media UE del 7,9%), sta clamorosamente sottovalutando.
Il Costo di Non-Investire: Prevenzione, il Dividendo Nascosto
Dove si nasconde il vero dividendo della salute? Nella prevenzione, la grande cenerentola del sistema. Il Ministero della Salute lo mette nero su bianco: le politiche di prevenzione hanno generato risparmi strutturali superiori a 10 miliardi di euro annui. Questi sono fondi liberati, risorse che potremmo – dovremmo – reinvestire in ricerca, istruzione, infrastrutture. È il circolo virtuoso che ci permette di guardare al futuro, non di tappare falle.
Il Ruolo Chiave del Volontariato Organizzato
Ma la prevenzione non si fa solo negli screening da calendario. La vera prevenzione è territorio, è l’alleanza tra medico di famiglia, specialisti e, soprattutto, il volontariato organizzato. Le associazioni come Conacuore, LILT, AMA Cuore Bari, non offrono solo supporto umano, ma garantiscono aderenza terapeutica e presa in carico globale per le cronicità. Questa rete, spesso data per scontata o relegata a semplice “buona volontà”, crea nuove figure professionali, genera economia locale e sollievo strutturale per i costi ospedalieri. È una risposta di sistema, non caritatevole.
Innovazione e Digital Health: L’Italia non è in panchina
L’altro grande motore, spesso invisibile al dibattito pubblico, è l’innovazione in sanità. L’Italia è leader in Europa per l’export farmaceutico, con 34 miliardi di euro (Farmindustria, 2022). Abbiamo poli di eccellenza, come il distretto biomedicale di Mirandola con i suoi 5.000 addetti, che sono modelli di integrazione industria-ricerca.
Oggi, la scommessa si chiama Digital Health. La vera rivoluzione non è solo la telemedicina, ma l’Intelligenza Artificiale (AI) applicata alla diagnostica e alla gestione dei dati. Questa tecnologia non è un mero upgrade, ma la base per una medicina predittiva e personalizzata che abbatte i margini di errore e ottimizza le risorse. Le oltre 1.000 startup health-tech nel Paese (Politecnico di Milano, 2023), sostenute da 300 milioni di investimenti privati nel 2022, dimostrano una vitalità che è un magnete per i capitali di rischio internazionali.
La Sanità come Geopolitica e Attrattività Territoriale
Un sistema sanitario di eccellenza non è solo un servizio per i residenti; è un fattore di attrazione di capitali, talenti e, sì, anche di “turismo sanitario”. Quando le nostre strutture (cardiochirurgia, neurochirurgia) offrono standard di altissimo livello, si innesca un indotto economico su trasporti, accoglienza e ristorazione, rafforzando l’attrattività complessiva del territorio.
Dobbiamo smetterla di considerare la salute come una passività da gestire. È un investimento strategico che rende il Paese più resiliente, competitivo e attrattivo.
La vera sfida per l’Italia non è trovare i soldi per il costo della sanità, ma avere la visione e il coraggio politico di vederla per quello che è: la principale leva per lo sviluppo sostenibile del territorio. Guardiamo ai modelli europei, come le Maison de Santé francesi che hanno portato a un aumento del 15% dell’occupazione locale. I dati sono qui. Ora serve solo la volontà di agire.
Il futuro della sanità italiana passa da innovazione, prevenzione e investimenti mirati, come ben descritto nel saggio Medicina per lo Sviluppo Sociale del Territorio.
📢 Approfondimenti e Risorse Chiave (CTA)
Per un approfondimento sul ruolo della sanità come motore di crescita economica, l’investimento in ricerca e prevenzione:
- Libro/Saggio: Medicina per lo Sviluppo Sociale del territorio, prossima pubblicazione
- Video: Investing for Life La Salute Conta: Innovazione Prevenzione Investimenti per il Futuro della Sanità
Questo video discute rafforza l’idea che la sanità non è solo una voce di spesa, ma un investimento chiave per lo sviluppo e la competitività dell’Italia.
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Forma continuativa da pubblicare sul CorrierePL
La Salute non è un Costo, ma un Tesoro Nascosto: Il Moltiplicatore 1.7x che l’Italia (Ancora) Ignora
Viviamo in un tempo in cui ogni voce di bilancio viene scrutata, analizzata e spesso etichettata come “costo”. E in questo scenario, la sanità è fin troppo spesso relegata a un’onerosa spesa da contenere. Ma se vi dicessi che dietro quella che percepiamo come una spesa, si cela in realtà un motore potente di crescita economica e sociale? E se vi rivelassi che l’Italia ha tra le mani un moltiplicatore finanziario da 1.7x che, incredibilmente, fatica a riconoscere?
È una verità che emerge con chiarezza dai numeri, spesso scomodi, ma innegabili. L’OCSE[1], con la sua autorevolezza, ci indica che ogni euro investito nel settore sanitario genera ben 1,7 euro di valore aggiunto per l’intera economia. Non è magia, è pura economia: l’investimento in salute crea domanda, stimola la produzione di tecnologie e farmaci, genera posti di lavoro altamente qualificati – dai medici agli infermieri, dai ricercatori agli specialisti in telemedicina – e alimenta un intero indotto di servizi. Eppure, l’Italia stenta a superare il 6,7% del PIL in spesa sanitaria pubblica, rimanendo al di sotto della media europea del 7,9%. Un’occasione mancata? Senza dubbio.
Il Vero “PNRR” Silenzioso: la Prevenzione e la Forza del Territorio
Ma dove risiede, concretamente, questo “tesoro” che non sfruttiamo appieno? La risposta è nella prevenzione. Troppo spesso trascurata, è la vera frontiera del risparmio e dell’investimento lungimirante. Il Ministero della Salute ci illumina: le politiche di prevenzione, quando efficaci, generano risparmi annuali superiori ai 10 miliardi di euro. Immaginate, dieci miliardi che possono essere reinvestiti in ricerca, innovazione, istruzione. Una cifra che da sola potrebbe finanziare intere aree di sviluppo.
E la prevenzione, quella vera, non nasce solo nelle grandi strutture, ma nel cuore del territorio. È lì che il medico di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e le instancabili associazioni di volontariato diventano i veri protagonisti. Pensiamo a realtà come Conacuore o la LILT, che con le loro campagne di sensibilizzazione e il supporto quotidiano, garantiscono non solo aderenza terapeutica ma una vera e propria presa in carico delle persone, specialmente per le patologie croniche. Non è solo altruismo; è un’azione sistemica che riduce l’incidenza delle malattie, diminuisce i ricoveri e crea nuove opportunità occupazionali, dalle figure di case manager agli operatori sociosanitari. Il volontariato non è un “surrogato” dello stato, ma un prezioso partner economico e sociale.
L’Italia che non ti Aspetti: Leader in Innovazione e Ricerca
Dietro le lamentele sul sistema, si nasconde un’altra Italia, quella dell’eccellenza. Il nostro settore farmaceutico è tra i leader europei per l’export, con 34 miliardi di euro (Farmindustria, 2022). Abbiamo distretti biomedicali all’avanguardia, come quello di Mirandola, con migliaia di addetti che sono un esempio di integrazione tra industria, ricerca e servizi.
E poi c’è il futuro che è già qui: la Digital Health. Con oltre 1.000 startup health-tech attive in Italia (Politecnico di Milano, 2023) e investimenti privati che superano i milioni di euro, il nostro Paese è un laboratorio vibrante di innovazione. Intelligenza Artificiale nella diagnostica, telemedicina, dispositivi wearable, piattaforme di gestione dati: sono tutte soluzioni che stanno rivoluzionando la medicina, rendendola più predittiva, personalizzata ed efficiente. Non solo migliorano la cura, ma creano nuove competenze e posti di lavoro, ponendoci all’avanguardia in un settore globale in costante evoluzione.
Oltre la Cura: Attrattività, Sviluppo Locale e Qualità della Vita
Un sistema sanitario robusto e innovativo non è solo una garanzia per la salute dei cittadini, ma un vero e proprio magnete per risorse e investimenti. Imprese farmaceutiche, fondi di venture capital, talenti: tutti cercano territori che offrano poli di eccellenza e una domanda di salute dinamica. Ma non solo. Un aspetto spesso sottovalutato è la capacità delle nostre strutture d’eccellenza di generare un vero e proprio “turismo sanitario”. Centri di cardiochirurgia o neurochirurgia di fama attirano pazienti da altre regioni e persino dall’estero, alimentando un indotto significativo per alberghi, ristoranti e servizi locali.
In fondo, investire in salute significa investire nella qualità della vita delle persone e nella prosperità del territorio. Significa ridurre le disuguaglianze, rafforzare la coesione sociale e rendere una comunità più attrattiva per chi ci vive e per le imprese. I modelli europei, come le “Maison de Santé” francesi, ci mostrano come una sanità integrata possa generare un aumento dell’occupazione e un miglioramento degli outcome clinici.
La sanità non è un buco nero nei nostri bilanci, ma un futuro da coltivare. Un futuro in cui prevenzione, innovazione, formazione e umanizzazione delle cure lavorano insieme per costruire comunità più sane, resilienti e prosperi. È tempo di smettere di vedere la salute come un onere e iniziare a riconoscerla per quello che è: il vero, inestimabile tesoro del nostro Paese.
Fonti di riferimento
Riferimenti Bibliografici
- OECD. Every euro spent on health care generates added value in the economy [Internet]. Paris: OECD Publishing; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.treccani.it/enciclopedia/rapporto-statistico_%28Enciclopedia-della-Matematica%29/. (Riferimento per Moltiplicatore 1,7€ e Crescita Infrastrutture).
- ISTAT. Statistiche sulla spesa sanitaria e l’occupazione [Internet]. Roma: ISTAT; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://esploradati.istat.it/.
- Ministero della Salute. Risparmi derivanti dalle politiche di prevenzione [Internet]. Roma: Ministero della Salute; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.instagram.com/notiziegeopolitiche/p/DQMtAQ3jJDr/.
- Farmindustria. Dati sull’Export dell’industria farmaceutica italiana e distretto biomedicale di Mirandola [Internet]. Roma: Farmindustria; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.farmindustria.it/documenticategory/fatti-e-cifre-del-settore/.
- Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità. Report sull’innovazione digitale in sanità e le startup health-tech [Internet]. Milano: Politecnico di Milano; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2023/Rapporto-Annuale-2023.pdf.
- Startup Health Report. Investimenti privati in health-tech [Internet]. [Luogo di pubblicazione]: Startup Health Report; 2023 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2023/Rapporto-Annuale-2023.pdf.
- Chauvin P, et al. L’impact des Maisons de Santé Pluridisciplinaires sur l’emploi et les outcome cliniques en France. Santé Publique. 2017; Vol:Pag. (Riferimento per l’Esempio Europeo “Maison de Santé”).
- World Health Organization (WHO). Health in All Policies (HiAP) framework for country action [Internet]. Geneva: WHO; 2014 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://nationalpartnership.org/report/hipaa-y-su-derecho/.
- Fondazione GIMBE. 8° Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale [Internet]. Bologna: GIMBE; 2025 [cited 2025 Nov 6]. Available from: https://salviamo-ssn.it/attivita/rapporto/8-rapporto-gimbe.it-IT.html. (Documenta il quadro economico del SSN, l’analisi del rapporto spesa sanitaria/PIL e l’entità dei fondi pubblici, spesso citando i dati ISTAT e le criticità relative alla prevenzione).
[1] L’OCSE, acronimo di Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, è un’organizzazione internazionale con sede a Parigi che raggruppa 38 Paesi membri. La sua missione è promuovere la crescita economica, migliorare gli standard di vita e l’occupazione, mantenere la stabilità finanziaria e sostenere lo sviluppo economico di altri paesi. L’OCSE svolge questa missione attraverso l’analisi dei dati, lo scambio di buone pratiche e la formulazione di raccomandazioni politiche
Capitolo 5
Editoriale base
Dalla sanità pubblica alla finanziarizzazione: il rischio di perdere la bussola della salute

Negli ultimi anni, la sanità italiana si sta trovando davanti a una svolta silenziosa ma dirompente. Quello che per decenni è stato il simbolo dell’equità sociale rischia di trasformarsi, sospinto da forze che vanno ben oltre i semplici tagli di bilancio o le riforme di facciata. Non si tratta più solo di organizzazione, ma di una trasformazione profonda che mette in discussione il cuore stesso della nostra idea di salute: da diritto garantito a tutti, a bene acquistabile sul mercato, da patrimonio comune a investimento finanziario. Il pericolo è concreto: le persone più fragili rischiano di essere le prime a pagare il prezzo di questa deriva, mentre la sanità si trasforma in terreno fertile per logiche di profitto e speculazione.
Il Servizio Sanitario Nazionale, per anni, è stato il pilastro della salute pubblica italiana, invidiato e studiato in tutto il mondo. Un modello costruito sull’idea che la salute sia un diritto universale. Eppure, oggi mostra segni evidenti di cedimento: sottofinanziamento cronico, personale che manca, liste d’attesa che si allungano, difficoltà crescenti di accesso ai servizi essenziali. La pressione sugli ospedali e sui territori cresce, alimentando incertezza tra cittadini e operatori. Il rischio? Che il diritto alla salute si sgretoli lentamente, lasciando indietro chi non può permettersi alternative private.
Nel tentativo di rispondere alle nuove esigenze, il sistema ha aperto le porte all’accreditamento di strutture private, comprese nuove università e ospedali. Da una parte, questa scelta ha permesso di ampliare l’offerta e di tamponare le liste d’attesa. Dall’altra, però, ha accelerato la privatizzazione: sempre più risorse pubbliche finiscono in mani private, spesso senza controlli rigorosi su qualità ed equità. La proliferazione di università private ha reso la formazione più frammentata, con il rischio di nuove disparità tra chi può permettersi rette elevate e chi resta escluso. Così, la sanità rischia di diventare un bene di consumo, perdendo la sua funzione di collante sociale e di strumento di giustizia.
Ma la tappa più insidiosa di questo percorso è la finanziarizzazione della sanità. Fondi di investimento, assicurazioni, hedge funds e private equity stanno acquistando quote crescenti di ospedali, cliniche e servizi sanitari. Qui la logica del profitto prende il sopravvento: l’obiettivo non è più la salute, ma il rendimento economico. I rischi sono evidenti: aumento dei costi per i pazienti, qualità delle cure che si abbassa, operatori sempre più precari e una sanità che assomiglia sempre più a un mercato, dove chi ha più risorse vince. Le esperienze internazionali, soprattutto negli Stati Uniti, mostrano che questa deriva porta solo a disuguaglianze crescenti e a un allontanamento dal concetto di salute come bene comune.
La direzione che prenderà la sanità italiana dipende anche da noi. Sta a noi riconoscere i segnali, difendere il valore della salute come diritto e non cedere alla logica del profitto a tutti i costi. Se permettiamo che la sanità diventi solo un affare per pochi, rischiamo di perdere non solo un servizio, ma un pezzo fondamentale della nostra identità collettiva. Possiamo scegliere se accettare passivamente questa trasformazione o provare a invertire la rotta, rimettendo al centro le persone, la cura e la giustizia sociale. Il futuro della sanità non è ancora scritto: la scelta è nelle nostre mani. ✊
Fonte: Cattaneo A. La finanziarizzazione della sanità [Internet]. Salute Internazionale; 2024 Apr [citato il 2024 Giu 10]. Disponibile su: https://www.saluteinternazionale.info/2024/04/la-finanziarizzazione-della-sanita/
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