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A Tecnopolis farmaci innovativi e tecnologie avanzate nella cura delle malattie vascolari

Di Riccardo Guglielmi

congresso Ciccone

Convegno regionale della sezione Appulo-lucana della Società italiana di angiologia e patologia vascolare presso il parco scientifico di Tecnopolis a Valenzano, Bari. I lavori iniziano  il 28 ottobre alle ore 9 con il saluto delle autorità e proseguiranno per tutta la giornata sino alle ore 18.30; sabato 29 appuntamento dalle ore 9 alle 13.Obiettivo presentare ai partecipanti le nuove proposte farmacologiche, le indagini diagnostiche e le procedure interventiste per il trattamento delle malattie vascolari.

Presidenti del congresso sono Marco Ciccone, direttore della scuola di specializzazione in Malattie cardiovascolari dell’Università di Bari e Tommaso Langialonga, primario cardiologo ad Acquaviva delle Fonti, responsabili scientifici Giuseppe Galgano e Aldo Galeandro.

Gli esperti discuteranno sulle nuove proposte terapeutiche e sulle moderne indagini diagnostiche per il trattamento delle patologie arteriose e venose del circolo periferico. «Particolare rilievo – riferisce Marco Ciccone – sarà dato al trattamento del tromboembolismo con l’uso dei nuovi farmaci anticoagulanti che garantiscono ai pazienti una maggiore qualità di vita per minori controlli e disagi». Le tecniche emodinamiche interventiste sempre più in uso sottraggono al chirurgo molte patologie vascolari garantendo minori rischi legati all’anestesia generale e minori giornate di degenza ospedaliera con rilevante risparmio della spesa sanitaria.

L’evento ha valore formativo per medici di famiglia e specialisti.

Articolo 58 pubblicato il 27 ottobre 2016

http://www.corrierenazionale.net/index.php/41-noi-e-la-salute/559-a-tecnopolis-farmaci-innovativi-e-tecnologie-avanzate-nella-cura-delle-malattie-vascolari

 

E’ di Bari il presidente dei medici cattolici europei

Tutela dell’uomo e valore dell’accoglienza da difendere nel Parlamento europeo, dialogo ecumenico con tutte le chiese

Di Riccardo Guglielmi

Defilippis Cardinale Patriarca di Lisbona Presidente deo medici cattolici del Portogallo

Un medico legale di Bari, Vincenzo Defilippis, sarà per i prossimi 4 anni il nuovo presidente della Femac, la Federazione europea dei medici cattolici. L’elezione è avvenuta nel corso dei lavori del XIII Congresso, svoltosi a Oporto nei giorni scorsi, cui hanno preso parte anche Vincenzo Saraceni, past president medici cattolici italiani e Franco Balzaretti, vicepresidente nazionale.  Defilippis, nella foto col Cardinale Patriarca di Lisbona e il Presidente deo medici cattolici del Portogallo, succede a Francois Blin  ed è  direttore dell’UOC di Rischio Clinico dell’Asl di Bari e docente a contratto di Medicina Legale all’Università di Bari; da sempre attivo nell’Azione Cattolica, dal 1983 è iscritto all’Associazione Medici Cattolici Italiani di cui è componente del Consiglio Nazionale.

«Continueremo a impegnarci – ha dichiarato il presidente Defilippis- nella tutela del primato dell’uomo sulle scelte economiche-finanziarie presso il Parlamento Europeo, nel supporto sanitario e umanitario alle chiese nazionali nell’accoglienza dei profughi e dei rifugiati, nel dialogo ecumenico con i medici delle chiese ortodosse di Mosca e Istanbul, nelle riflessioni etiche d’inizio e fine vita, nel discernimento sulle nuove frontiere scientifiche della medicina sul trans-umanesimo e il post-umanesimo».

«L’elezione di un medico italiano al vertice di Feamc, – ha aggiunto Filippo Maria Boscia, presidente nazionale medici cattolici- rappresenta un unanime riconoscimento all’impegno profuso dall’Amci per la promozione della vita umana e la salvaguardia di una professione medica, compiuta in spirito di carità e competenza per la salvezza dell’umanità in piena fedeltà al Vangelo e al Magistero della Chiesa».

Difesa dell’uomo che chiede aiuto nel rispetto dell’etica medica e al di sopra delle rigide regole dell’economia è quanto si propongono i medici cattolici italiani ed europei.

Riccardo Guglielmi

Pubblicato il 24 ottobre 2016 su Il Corriere Nazionale

http://www.corrierenazionale.net/index.php/41-noi-e-la-salute/489-e-di-bari-il-presidente-dei-medici-cattolici-europei

 

Volante 1 a Volante 2. Voi del 113 correte in aiuto del 118

113 in soccorso del Ministero della Salute

Niente tagli ma più soldi al Fondo sanità

Di Riccardo Guglielmi

Pronto Soccorso Policlinico Bari 1

Nella recente manovra di stabilità del Governo il fondo sanità raggiunge quota 113 concedendo 2 mld in più per il 2017. Secondo lo stesso premier la quota in più servirà per i farmaci innovativi, piano vaccinazioni e a stabilizzare medici e infermieri…..

Per saperne di più clicca qui  —->> 

Pubblicato su   logo4il 18 ottobre 2016

Allarme obesità diabete

Allarme obesità diabete

Di Riccardo Guglielmi

 

Sono 28 milioni gli italiani che devono perdere peso. Scende in campo il sen. d’Ambrosio Lettieri

Luigi dambrosio

E’ stata approvata il 12 ottobre al Senato la mozione del gruppo Conservatori Riformisti, a firma del sen. d’Ambrosio Lettieri, contro l’obesità, una condizione patologica in costante incremento e vera epidemia in numerosi paesi.  Cina e USA i più colpiti, Italia è collocata al 136° posto per le donne e al 56° posto per gli uomini. Tutti gli stati in crescita di sviluppo industriale sono coinvolti.

«Si tratta di una battaglia di civiltà – ha dichiarato il sen. d’Ambrosio Lettieri- indifferibile sotto il profilo sanitario e da combattere tutti insieme». Alimentazione, nuovi farmaci, implementazione dell’attività fisica e abolizione del fumo sono le strategie risolutive.

Le cifre sono preoccupanti e le ripercussioni sociali saranno drammatiche tanto da ipotizzare nel 2020 che tutte le risorse della sanità pubblica americana, l’Obama care, saranno assorbite dalla cura delle complicanze del diabete e dell’obesità. L’OMS ha coniato il termine di “diabesi” per indicare i soggetti con diabete e obesità.  Gli italiani in sovrappeso sono 22 milioni, 1 su 3 con prevalenza maschile. Gli obesi sono 6 milioni, i diabetici quasi 3,5 e i diabesi, circa 2 milioni. Anche in Puglia obesità e diabete avanzano, il 12% degli adulti è obeso, il 30% in sovrappeso. Allarme nell’età pediatrica: un bambino su 20 è obeso, a causa di un eccessivo apporto calorico e di uno scarso livello di attività fisica. A nulla servono le nostre eccellenze alimentari, (prodotti da forno, pomodori, olio extra vergine d’oliva, pesce azzurro, mandorle, noci e vino), se lo stile di vita non cambia.

OBESITA 3

La mozione del senatore pugliese, impegna il Governo su tre punti: attuare interventi, nazionali e regionali, finalizzati allo sviluppo della salute e alla prevenzione delle complicanze cardiologiche correlate; implementare i sistemi di sorveglianza dai fattori di rischio, al follow-up sino alla valutazione dell’efficacia degli interventi; istituire un gruppo di lavoro composto da esperti del mondo scientifico e sanitario per studiare le strategie vincenti. L’obiettivo finale è migliorare il livello di salute pubblica e incidere sulla spesa sanitaria.  Grande è il contributo della ricerca nella lotta a obesità e diabete. Evidenze scientifiche dimostrano l’efficacia di una nuova molecola, liraglutide, già approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) americana e dalla European Medicine Agency (EMA) .

Alla politica spetta il compito di una scelta di programmazione per implementare la prevenzione e garantire, a tutti gli utenti del Servizio sanitario, la fruibilità dei nuovi farmaci con la loro introduzione nel Prontuario Terapeutico ai fini della rimborsabilità, all’industria farmaceutica di abbassare il prezzo dei prodotti tenuto conto della maggiore diffusione sul mercato e ai cittadini di seguire i consigli che i medici forniscono a esclusivo vantaggio della salute di chi assistono.   La speranza è che quanto approvato dal Senato non sia disatteso dal Governo. Caso contrario, adattando alla circostanza una famosa frase latina attribuita a Cicerone, dovremmo dire: senatores boni viri, imperium mala bestia.

Riccardo Guglielmi

Pubblicato su Il Corriere Nazionale in data 14 ottobre 2016 Rubrica NOI E LA SALUTE

Pronto soccorso: un diritto irrinunciabile per il cittadino

Serve organizzazione e umanità  

Di Riccardo Guglielmi

Fonte: Il Corriere Nazionale – Rubrica Noi e la Salute

Il cittadino italiano crede nel pronto soccorso ospedaliero, considerato un porto sicuro da raggiungere dove ormeggiare la barca in avaria. Quest’attesa è spesso tradita. La notizia che al San Camillo di Roma un malato terminale è stato lasciato per 56 ore, nel momento più critico, intimo e delicato della sua vita, nella sala dei codici verdi e bianchi del pronto soccorso è la punta dell’iceberg di una situazione sempre più critica e diffusa.

Gli attori, infermieri e medici, pazienti e familiari, hanno per teatro operativo luoghi affollati, poco idonei, privi del reale supposto logistico (consulenze specialistiche, diagnostiche appropriate, posti letto per osservazione e ricovero) dove si generano tensione e stress che portano a comunicazione poco efficace o peggio alla considerazione che il  comportamento degli operatori sia espressione d’indifferenza e scarsa professionalità.

Non bastono dichiarazioni o campagne mediatiche di malasanità, ben vengano le iniziative di creazione ad hoc di carte dei diritti, progetto pilota della Regione Piemonte. Ciò che serve sono organizzazione, operatività e voglia di risolvere i problemi subito senza se e senza ma. E’ necessario un miglioramento di tutto il sistema. Basta con chiusure di ospedali e taglio di posti letto da guru della sanità che non hanno mai vissuto o lavorato in un ospedale. Bisogna aprire tavoli di concertazione con finanziatori del Sistema sanitario, medici, associazioni di malati. E’ indispensabile un attento studio epidemiologico del territorio (prevalenza d’infortuni sul lavoro, incidenti stradali, parti, malattie croniche, tumori, aumentata concentrazione di anziani).

Aumentiamo gli organici con leggi dedicate, rendiamo il pronto soccorso e l’ospedale pubblico, un efficiente sistema ub e spoke, per  disponibilità recettiva di posti letto liberi e unità di cura intensiva. Studiamo reti specifiche per patologie affinché siano garantiti ricoveri tempestivi con integrazione tra sanità pubblica e accreditata.

Non ha senso creare nuovi punti di pronto soccorso nell’ospedalità privata dove la  ricettività dei posti letto nei reparti di cura è regolata da scadenze e prenotazioni, potenziamo invece quelli pubblici esistenti. Fatto il primo soccorso nella sanità privata dove ricoveriamo il malato? Lo trasferiamo nella struttura pubblica già all’orlo del collasso? Questo dimostra che pronto soccorso/clinica accreditata è un ossimoro.

Dagli operatori sanitari tutti si attendono umiltà e buona medicina, cioè saper usare le tecnologie avanzate e offrire cure umane. All’urgenza non devono accedere i codici bianchi che dovranno essere trattati dai  medici di famiglia. Un malato terminale merita cure caritatevoli in strutture dedicate, purtroppo poche per questa esigenza, o nelle stesse abitazioni, dove il trapasso avvenga nel rispetto della dignità di chi soffre con il conforto familiare e, per i credenti, religioso. Essere vicino a chi soffre significa rendere meno pesante la sofferenza.

Riccardo Guglielmi

r.guglielmi@corrierenazionale.net

Pubblicato su Il Corriere Nazionale 10-ottobre 2016

Art 53 http://www.corrierenazionale.net/index.php/41-noi-e-la-salute/243-pronto-soccorso-un-diritto-irrinunciabile-per-il-cittadino

Qualche dato dal Rapporto  del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva e di Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza sulle condizioni dei pronto soccorso italiani

” I tempi di attesa :La situazione appare ancora oggi molto disomogenea fra strutture del Nord del Centro e del sud. Per la valutazione dei tempi di attesa si sono fatte delle distinzioni: l’attesa al triage, all’arrivo in pronto soccorso, attesa per il primo accertamento diagnostico e tempo di attesa per il ricovero in altro reparto alla fine del percorso in emergenza.  Per il triage la media va dai 9 ai 17 minuti. L’attesa media per il primo accertamento diagnostico varia da un minimo di 22 minuti per un codice giallo a 98 minuti per un codice bianco. 10 minuti i tempi minimi registrati per codici bianchi e verdi, 5 per i codici gialli. I tempi massimi registrati sono stati: 240 minuti per codici bianchi, 300 per codici verdi e 120 per codici gialli. In generale i tempi di permanenza medi tra il triage e l’esito indicato per il ricovero supera le 3 ore nei Pronto soccorso, si avvicina alla 5 ore nei Dipartimenti di emergenza e accettazione (Dea) di I livello e non supera le due ore e mezza nei Dea di II livello.  Le attese per avere un ricovero o posto letto sono state meno di 12 ore nel 40 per cento dei Pronto soccorso, 50 per cento dei Dea I livello, 13 per cento DEA II livello, 24-48 ore nel 25 per cento Dea I livello, 19 per cento Dea II livello. L’attesa massima registrata è stata di 7 giorni (168 ore). Il caso limite è avvenuto ad Acireale “.

Pronto Soccorso Policlinico Bari 1