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Ecocardiogramma scopre antibiotico cura

Endocarditis Team a Mater Dei Hospital per cure sartoriali ed efficaci

Le donne e gli uomini di Mater Dei, l’Ospedaledi Bari accreditato con il Servizio sanitario regionale, pur impegnati in prima linea nell’emergenza Covid  19, continuano a stupire per la capacità di diagnosticare e curare patologie complesse con farmaci innovativi e tecnologie avanzate. È il caso dell’endocardite infettiva, una patologia grave, dalla prognosi infausta per l’alto rischio embolico,  che colpisce le valvole del cuore e rappresenta la sfida più impegnativa per intensità di cure.

«Il nostro dipartimento – commenta Sergio Caparrotti, direttore della Cardiochirurgia – ha affinato percorsi diagnostici e terapeutici finalizzati al trattamento di questa patologia e il caso recente ne è la dimostrazione».

Una donna di 65 anni con una grave stenosi aortica calcifica, già trattata a gennaio in altro centro cardiochirurgico con impianto di bioprotesi,giunta a ottobre in Pronto soccorso è ricoverata in Medicina interna per febbre e scompenso cardiaco.

«Grazie all’ecocardiografia transesofagea- afferma Cataldo Memmola, responsabile del Servizio di ecocardiografia diagnostica –  è stata individuata una endocardite infettiva della bioprotesi, una condizione elettivamente chirurgica. La tecnica tridimensionale, 3D, la nuova frontiera dell’ecocardiografia, ha individuato le caratteristiche morfologiche e funzionali della vegetazione.  Grazie alla competente collaborazione polispecialistica è stato evitato un reintervento altamente rischioso. L’approccio conservativo adottato con terapia medica e antibiotica mirata è stato un successo».

Fortuna potrebbe dire qualcuno, assolutamente no. È il gruppo di persone esperte competenti, dall’approccio umano alle cureche è forza vincente. Questo caso ha insegnato che pur nella corretta valutazione delle Linee guida è importante, nella gestione dell’endocardite batterica, la creazione ufficiale di uno strumento operativo, Endocarditis Team, che abbia il compito di ottimizzare le scelte sul piano dell’efficacia e del contenimento delle risorse. Un gruppo agile, polispecialistico, dalle alte competenze professionali che oltre al cardiochirurgo, al rianimatore, al cardiologo esperto nelle più moderne tecniche ecocardiografiche e interventiste, preveda la presenza di infettivologi, patologi clinici e internisti particolarmente  decisivi per ottimizzare la lungodegenza che una malattia come l’Endocardite infettiva comporta. Gravità della patologia, variabilitàalla risposta terapeuticae la lungo degenza richiedono appropriati supporti riabilitativi e comunicativi verso il malato e familiari, senza trascurare una integrazione ospedale territorio per cure domiciliari. Il progetto prevede che l’Endocarditis Team diventi un laboratorio sartoriale che possa garantire l’identità specifica di ogni singolo caso, nell’interesse esclusivo della persona che soffre.

 

41 articolo 2020

https://www.corrierepl.it/2020/12/06/ecocardiogramma-scopre-antibiotico-cura/

Ecocardiogramma scopre Antibiotico cura

 

Cardiologi a congresso a Bari : l’endocardite può essere curata

Dalla Cardiologia Ospedaliera del Policlinico di Bari  una proposta di rete assistenziale

Di Riccardo Guglielmi

L’endocardite infettiva, una malattia apparentemente rara che determina una mortalità del 20% nelle fasi del ricovero ospedaliero e del 35-40% ad un anno dalla diagnosi, ha meritato un approfondimento diagnostico e terapeutico da parte dei cardiologi pugliesi, impegnati sempre in prima linea per assicurare ai malati cure e assistenza efficaci e di qualità. Con questo spirito si è svolto il 13 febbraio a Bari presso il Nikolaus Hotel, l’evento “Endocarditi, imaging e terapia: sharing experience” organizzato dalla Cardiologia ospedaliera del Policlinico di Bari.

«Obiettivo del congresso – dichiara Carlo D’agostino, presidente dell’evento e direttore della Cardiologia ospedaliera- è la creazione di una rete dedicata per assistere questi pazienti e assicurare cure efficaci coinvolgendo quelle strutture pubbliche e accreditate  idonee a garantire alti livelli di qualità ed efficienza. Non sono sufficienti le cure ospedaliere della fase acuta perché osserviamo sequele emboliche sistemiche, 15-30% dei casi, con interessamento del sistema nervoso centrale».

«La caratteristica dell’endocardite – commenta Paolo Colonna, past president della SIECVI, la Società nazionale di ecocardiografia e responsabile dell’Unità di Ecocardiografia di alta specialità della Cardiologia ospedaliera- è la multidisciplinarietà associata alla condivisione di esperienze e competenze tra esperti di imaging (ecocardiografisti, radiologi, medici nucleari), clinici (internisti, infettivologi), cardiochirurghi e rianimatori » .

«Spesso la porta d’ingresso dei germi responsabili dell’endocardite infettiva – aggiunge Domenico Maria Carretta, responsabile della segreteria organizzativa dell’evento e della Unità di terapia intensiva della Cardiologia ospedaliera – è attraverso i cateteri e le tasche dei pace maker che, specie nei soggetti anziani e defedati, facilmente creano decubiti e facilità di infezioni. A rischio sono anche tutti i portatori di device, dai portatori di endoprotesi, ai pazienti oncologici che fanno trattamenti chemioterapici».

Mattinata interamente dedicata agli aspetti scientifici completata dalla lettura magistrale del prof. Fausto Pinto, direttore della Cardiologia di Lisbona che ha sottolineato quanto sia indispensabile la tempestività per la diagnosi, che deve avvalersi di tecniche di imaging all’avanguardia, per il trattamento medico infettivologico e per quello chirurgico, unico presidio che grazie alla toilette diretta e alle sostituzioni valvolari permette di ripristinare l’anatomia e la fisiologia cardiovascolare. L’intervento cardiochirurgico ha migliorato la prognosi e il destino di quanti, ricoverati per endocardite, erano destinati a morte sicura.

Nel pomeriggio i lavori sono stati conclusi da una tavola rotonda, condotta con rapidità e leggerezza, in cui le più alte professionalità mediche regionali, ospedaliere e universitarie, Carlo Sabbà, Piero Pontincasa, Angelo Vacca, Gioacchino Angarano, Francesco Bruno, Aldo Milano e Sergio Caparrotti si sono confrontate con gli amministratori, Giovanni Migliore, direttore generale del Policlinico di Bari e Vito Montanaro direttore del Dipartimento della promozione salute della Regione Puglia. Un’ora di costruttivo dibattito  che come ha concluso Vito Montanaro ha posto le basi di una futura rete di assistenza che vedrà coinvolte le migliori strutture universitarie, ospedaliere, senza esclusione di quelle accreditate, con integrazione del territorio per i controlli e le cure domiciliari. Migliorerà l’assistenza, diminuiranno i disagi per i malati e le famiglie e aumenteranno le opportunità professionali per  infermieri, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e operatori socio sanitari.

L’evento ha avuto valore formativo per medici e professioni sanitarie

5 articolo 2020 https://www.corrierepl.it/2020/02/14/cardiologi-a-congresso-a-bari-lendocardite-puo-essere-curata/