Tutti gli articoli di Riccardo Guglielmi

Impatto impressionante della telemedicina nel trattamento delle patologie croniche

Il 40% delle prestazioni sanitarie per i malati cronici sarà erogato attraverso canali telematici. E’ quanto previsto da un gruppo di 400 esperti del settore, riunitisi a Edimburgo in occasione della prima European Telemedicine Conference.
Grazie al supporto telematico sarà possibile monitorare attentamente i diversi parametri, biologici, clinici, radiologici, ecocardiografici e quindi lo stato di salute di un malato cronico, riuscendo così a intervenire prima della necessità di un ricovero.
L’aspetto economico della gestione della cronicità comincia a essere un serio problema per gli amministratori pubblici. Gli alti costi sociali e previdenziali, potrebbero determinare tagli di spesa e, di conseguenza, perdita di servizi essenziali per un’utenza fragile.
La creazione di servizi erogabili in telemedicina permetterebbe un risparmio sui costi dell’assistenza sanitaria.
In cardiologia i campi di applicazione sono infiniti, dalla diagnostica alla cura. Oggi è possibile la trasmissione a distanza dell’elettrocardiogramma da multiple postazioni periferiche, l’analisi delle aritmie, l’esame dei pace-maker, i consulti con invio di immagini radiologie o ecocardiografiche; domani sarà possibile la visione diretta dei soggetti assistiti durante il lavoro o il tempo libero, sino al contemporaneo controllo di quanti svolgono programmi riabilitativi, comodamente nelle loro abitazioni.
Telemedicina significa meno ricoveri, decongestione del Pronto Soccorso, minori disagi per pazienti e familiari. Non rimane che guardare con ottimismo a un futuro che preveda sì risparmi, ma che garantisca cure più efficienti ed efficaci erogate dal nostro Sistema Sanitario Nazionale.

Esercizio fisico toccasana per il cervello degli anziani

Ai canadesi di Montreal che hanno dimostrato quanto l’esercizio fisico praticato dalle mamme in gravidanza renda i bambini più intelligenti, rispondono gli americani del Texas che evidenziano il ruolo positivo dell’attività motoria aerobica sul cervello degli over cinquanta.
Uno studio condotto da ricercatori del Center for Brain Health dell’Università di Dallas, pubblicato online sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscienc, ha dimostrato che l’esercizio fisico negli anziani migliora la memoria e le funzioni cerebrali.
Adulti normalmente sedentari fra 57 e 75 anni d’età sono stati divisi in due gruppi. Il primo ha eseguito un programma di allenamento aerobico supervisionato su cyclette o tapis roulant per un’ora, tre volte alla settimana per 12 settimane, il secondo non ha svolto alcun training ed è servito come gruppo di controllo. E’ stata poi analizzata la funzionalità cognitiva dei partecipanti, insieme al flusso sanguigno cerebrale e cardiovascolare in tre momenti: prima di iniziare il regime di esercizio fisico, a metà del percorso (6 settimane), e dopo le sedute (12 settimane).
La ricerca ha dimostrato l’aumento del flusso sanguigno nel cingolo anteriore, a indicare una maggiore attività neuronale, e nell’ippocampo, la regione del cervello chiave nell’insorgenza della malattia di Alzheimer. I test hanno evidenziato migliore capacità di memoria, a dimostrazione che l’esercizio fisico possa essere una delle terapie più utili, convenienti e disponibili per tutti.
La speranza è che questi risultati motivino gli adulti di tutte le età a iniziare e praticare costantemente attività fisica aerobica. Allora tutti in palestra per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e della demenza.
Bari 14-11-2013

Gravidanza con esercizio fisico: bimbi più intelligenti

Se la mamma incinta pratica esercizio fisico il bambino sarà più intelligente.
Bastano venti minuti di moderato esercizio fisico tre volte la settimana, durante la gestazione, per potenziare lo sviluppo del cervello del bambino. Questo è il risultato finale di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Montreal e dall’ospedale pediatrico CHU Sainte-Justine e presentato durante il recente congresso Neuroscience 2013 che si sta tenendo a San Diego.
L’attività fisica praticata dalla mamma potrebbe avere un impatto sull’intera vita del bambino. E’ il primo lavoro scientifico, condotto sull’uomo, che dimostra il rapporto positivo dell’esercizio fisico. I ricercatori canadesi, coordinati da Dave Ellemberg, hanno analizzato, dal secondo trimestre di gravidanza, un gruppo di madri praticanti esercizio fisico, e lo hanno messo a confronto con un campione di puerpere sedentarie.
Al primo gruppo è stato chiesto di praticare un moderato esercizio fisico per venti minuti tre volte la settimana. L’attività’ cerebrale del bambino è stata misurata a otto e dodici giorni, mediamente, con alcuni elettrodi che registravano la memoria uditiva del neonato. I figli delle madri più attive avevano un’attivazione cerebrale più vivace e matura.
Bari 12-11-2013

Il sesso prima di una gara ….. fa bene o fa male?

Negli anni 60 attività sportiva e sesso non avevano diritto di convivenza. Herrera, il famoso allenatore dell’Inter, costringeva i suoi giocatori a rigidi ritiri, mentre la mitica Olanda di Cruiff era ritenuta la nazionale dai costumi più libertini. In quegli anni si era convinti che l’attività sessuale, in prossimità di un evento sportivo, potesse arrecare danno al fisico dell’atleta e, di conseguenza, ridurre le prestazioni . Oggi si sa che un atto sessuale normale prevede un consumo di 200/300 calorie e non è più faticoso di qualche km di corsa o del salire due rampe di scale a piedi.
L’attività sessuale a livello psicologico fa bene a chi pratica sport agonistico. Il sesso nell’ambito di una relazione stabile rilassa, mentre un rapporto occasionale, per il coinvolgimento emotivo, può essere fonte di stress. Mai come in questo caso la fedeltà fa bene. Un rapporto sessuale consumato in una coppia stabile crea le condizioni per favorire il giusto riposo necessario prima dello svolgimento della gara. La sessualità è fonte di benessere psico fisico, mentre l’astinenza che può essere nociva perché provoca ansia e stress.
Il sesso è una sorta di “doping naturale” che non ha differenze di genere, uomo-donna. Analoghi sono i meccanismi endocrini: aumento del testosterone e delle endorfine. Il primo aumenta la grinta, le seconde sono responsabili del benessere psicologico e della concentrazione.
In conclusione il rapporto sessuale, se seguito dal giusto riposo, aiuta nelle competizioni e non indebolisce il fisico dell’atleta.
Bari 13 ottobre 2013

Nello stress c’è qualcosa di buono

In questo periodo anche le cosiddette piante grasse, agave, aloe, cactus, ficodindia, generano, tra le fastidiose spine, fiori belli per la forma e per i colori. Tra i rovi nascono le more e tra le fessure delle pietre gli asparagi. La natura crea il bello e il buono in tutte le manifestazioni. Questo deve farci indurre a pensare che in qualsiasi situazione dobbiamo saper trovare ed evidenziare l’aspetto positivo. Prendiamo ad esempio lo stress. E’ una parola che associamo subito a qualcosa di spiacevole, capace di generare danni al fisico e alla psiche. Sentirci stressati, è sinonimo di star male. Tuttavia, frequentemente sperimentiamo condizioni nelle quali, pur essendo fisicamente stanchi, abbiamo la sensazione di sentirci appagati e capaci di produrre le energie necessarie ad affrontare una situazione particolarmente difficile.
In queste condizioni lo stress prende forma positiva, diventa eustress, letteralmente “stress buono”, ci fa sentire vitali e più forti, con una percezione di vita più piacevole. E’ la sensazione di benessere che proviamo quando giochiamo al nostro sport preferito, quando guardiamo un film spaventoso che però ci piace, quando restiamo alzati fino a tardi per lavorare a un progetto che desideriamo realizzare. Lo stress buono trasforma l’indecisione o la rassegnazione in entusiasmo quando affrontiamo una sfida, o lottiamo per raggiungere un obiettivo. E’ di casa negli sportivi che vogliono vincere e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. E’ il “carburante” indispensabile in chi pratica sport estremi o motoristici.  Lo stress positivo caccia via la tristezza e la stanchezza fisica proprio nel momento che la vita ci sembra vuota e priva di significato; riesce a mantenerci felici e sani. All’aspetto psicologico corrisponde un coinvolgimento bio-umorale del sistema nervoso vegetativo e di alcune aree dell’encefalo, il talamo e l’ipotalamo. Tutte le sensazioni esterne, anche quelle negative, raggiungono l’area dell’encefalo chiamata talamo e si scaricano nella sede sottostante l’ipotalamo. In questo laboratorio si creano i mediatori chimici che mandano messaggi al sistema endocrino, dall’ipofisi alla tiroide, alle ghiandole surrenali e sessuali. Una serie di ormoni stimolanti, tiroxina, cortisolo, adrenalina, testosterone, invade il torrente circolatorio dando sensazione di benessere psicologico e muscolare. Anche il sistema nervoso vegetativo produce mediatori chimici, adrenalina, noradrenalina, serotonina e acetilcolina che, come l’acceleratore e il freno di un’automobile, regolano gli adattamenti cardiocircolatori, nervosi e muscolari. Le endorfine, prodotte non solo nel cervello, ma anche nei tessuti periferici, creano benessere e cacciano la fatica muscolare.
L’evento da solo non genera eustress o distress, stress negativo. Siamo noi, con il nostro atteggiamento, a decidere la percezione e la strategia per affrontarlo. L’assegnazione di un nuovo incarico o di un semplice compito in ambito lavorativo può essere vista, come una sfida stimolante o una minaccia di cambiamento di vita. La sfida elettrizzante produrrà eustress, la minaccia distress. Il consiglio è pensare sempre positivo. Ogni situazione nuova deve essere vista già in partenza come qualcosa che ci fa uscire dalla routine delle abitudini di vita e del nostro solito lavoro.
La soluzione: confidare sempre nelle proprie capacità, trovare soluzioni ai problemi e accrescere l’autostima.
L’esercizio fisico, la serenità sessuale, la sana alimentazione, la percezione della bellezza in ciò che ci circonda, la capacità di essere solidali, di amare ed essere amati, producono quei mediatori chimici, in primis le endorfine, che creano forza e vigore al corpo, benessere alla mente. Ricerchiamo in ogni cosa il lato positivo,  aumenterà l’autostima.

Bari 5 giugno 2013