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Educazione sessuale nelle scuole, docenti favorevoli

Ministero della Salute e Censis insieme per un obiettivo comune

 

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Stiamo facendo tutta una serie di azioni per rendere le persone consapevoli rispetto alla propria salute riproduttiva“. Con queste parole il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha inaugurato a Roma il 22 settembre la seconda Giornata nazionale d’informazione e formazione sulla salute riproduttiva. Dopo il discusso ‘Fertility day’, alla Lorenzin va il merito di aver realizzato nuovi Livelli essenziali d’assistenza, includendo la gratuità per la procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa e avviato le campagne di screening per la salute della donna e dell’uomo.

Beatrice_Lorenzin

Obiettivo è la prevenzione attraverso l’informazione su corretti stili di vita: lotta all’alcol, al fumo o a comportamenti alimentari non corretti. Anche la consapevolezza delle conseguenze di alcune malattie, varicocele e patologie sessualmente trasmesse, deve essere implementata a cominciare dai giovani.

Per l’occasione, è stato organizzato un workshop sul tema ‘Scienza e medicina per la salute riproduttiva’, riferito all’uomo e alla donna nelle diverse fasce di età, quale momento di confronto tra gli esperti in materia e i rappresentanti delle Direzioni generali del ministero che si occupano delle azioni ministeriali in corso. Tra gli esperti presenti anche Ketty Vaccaro, presidente dell’Health Web Observatory e responsabile Salute e Welfare del Censis, che ha proposto di introdurre l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. Una materia così importante non può essere lasciata alla libera iniziativa degli istituti scolasti.

La proposta incontra esito favorevole tra gli insegnanti.

simona sisto

«Pienamente d’accordo – afferma Simona Sisto, docente di scuola primaria e collaboratrice del Dirigente scolastico presso il 2° circolo di Triggiano (BA)- perché l’iniziativa rivaluta il ruolo fondamentale della scuola.  Come docente sono pronta a trasmettere messaggi corretti ai giovani frequentemente esposti a fonti non idonee e scientificamente inesatte. L’educazione sessuale dovrebbe essere materia d’insegnamento sin dal quarto o quinto anno della scuola primaria; è quella l’età in cui i ragazzi si avvicinano con curiosità ai canali comunicativi dei vari aspetti della sessualità e della riproduzione».

55 articolo  http://www.corrierenazionale.net/2017/09/27/educazione-sessuale-nelle-scuole-docenti-favorevoli/

Grido di allarme dei medici pubblici italiani

La Sanità pubblica perderà in 10 anni oltre 60mila medici. Sono necessarie misure politiche urgenti

Bari capitale della formazione medica dal 15 al 16 settembre

Conferenza stampa

Bari 14 settembre 2017 – Si è svolta alle ore 12 presso la sede dell’Ordine dei Medici, in concomitanza con la riunione del Consiglio nazionale della FNOMCeO, la conferenza stampa di presentazione della Campagna di comunicazione sulla mancanza dei medici.

«Tra 10 anni saremo senza medici – è il grido di allarme di Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari- e drammatico diventa il ruolo dei giovani che dopo anni di studi anelano all’inserimento nel mondo del lavoro».

«Vogliamo una sanità regolare, universale, sostenibile e di qualità – è il monito di Roberta Chersevani, presidente FNOMCeO – e per questo è necessario fare chiarezza e aumentare le borse di studio per i giovani laureati che vogliono specializzarsi o prendere il percorso formativo della Medicina di base».

«La drammaticità  – commenta Roberto Stella, coordinatore Area Strategica Formazione della FNOMCeO  – è nei numeri; causa pensionamento tra  5 anni oltre 15mila medici usciranno dalla medicina di base. Se la politica non interviene, aumentando l’accesso dei giovani nel 2020, ci sarà un deficit di oltre 27mila unità».

E’ in atto una fuga di medici in area Europea o negli Usa, dove trovano situazioni lavorative vantaggiose sul piano economico e di crescita. Anche a livello ospedaliero la situazione non è rosea: corsie, sale operatorie, laboratori perderemo oltre 50mila medici. La soluzione è semplice. Sono necessarie misure politiche che garantisco turnover adeguato negli ospedali e aumentino il numero degli accessi alla medicina di base, fermo a 900 ingressi l’anno.

Carenza medici

Grande è l’impatto comunicativo dei manifesti che raffigurano medici, un uomo e una donna che ricordano, per le rughe o i capelli bianchi, una coppia di nonni pronti ad accompagnare i nipoti a scuola o al giardino e non professionisti in piena attività.

Nella seconda parte della conferenza stampa Franco Lavalle, vice presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, ha presentato la terza edizione delle Giornate di approfondimento sulla formazione del medico che si terrà nel Castello Svevo di Bari con inizio ore 15 del 15 settembre e terminerà alle ore 14.30 di sabato 16.

52 articolo http://www.corrierenazionale.net/2017/09/14/grido-di-allarme-dei-medici-pubblici-italiani/

Apnee notturne e malattie correlate

E’ nato prima l’uovo o la gallina

russamento

E’ noto da anni che la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) oltre al russamento,  è correlata all’obesità, a un maggiore rischio di diabete e di malattie cardiache. Ma sono le apnee notturne a dare problemi di salute o viceversa?

Per dare una risposta al quesito, i ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine hanno prelevato il sangue di 31 pazienti con apnee notturne mentre dormivano e ne hanno analizzato i livelli di acidi grassi, di glucosio, di insulina e cortisolo, l’ormone associato allo stress. La ricerca che ha coinvolto persone con un’età media di 51 anni e un indice di massa corporeo associato all’obesità, è stato condotto nell dipartimento di medicina del sonno del Johns Hopkins Bayview Medical Center. Tutte le notti sono stati raccolti dati sulle onde cerebrali, i livelli di ossigeno nel sangue, i movimenti degli occhi e delle gambe compiuti dai pazienti nel sonno.

Il monitoraggio è avvenuto a ritmi serrati: i dati venivano raccolti ogni 20 minuti a partire dalle 9 di sera fino alle 6 e 40 del mattino. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: alcuni pazienti usavano la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Cpap, acronimo di Continuous Positive Airway Pressure), il macchinario che facilita il respiro notturno, mentre altri avevano sospeso la ventilazione meccanica per due notti consecutive prima di essere sottoposti alle analisi.

Gli esperti di medicina del sonno hanno osservato che la sospensione del trattamento con Cpap provocava una serie di conseguenze, tra cui interruzione del sonno, accelerazione del battito cardiaco e riduzione del livello di ossigeno nel sangue. I pazienti che affrontavano la notte senza l’aiuto del macchinario mostravano inoltre valori più elevati di acidi grassi, di glucosio e di cortisolo nel sangue e un aumento della pressione sanguigna. Ma c’è dell’altro. Nel gruppo di persone private del sistema di ventilazione meccanico i ricercatori hanno osservato una maggiore rigidità delle arterie al mattino rispetto ai pazienti che hanno respirato meglio durante la notte grazie al dispositivo.

«Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Epidemiology e Lancet Respiratory Medicine – riferisce Cesare Arezzo, dirigente medico Pneumologia Ospedale San Paolo di Bari, esperto nazionale della Sindrome delle apnee notturne – dimostra per la prima volta che le apnee notturne possono direttamente peggiorare le condizioni metaboliche legate al diabete e malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa alta e rigidità vascolare».

49 articolo http://www.corrierenazionale.net/2017/09/06/apnee-notturne-e-malattie-correlate/

 

Intestino e Parkinson

Una nuova speranza per tante persone

> La copertina
<<L’OSPITE>> La copertina

Giuseppe Santoro, medico e scrittore, nel suo libro autobiografico,

Ospite 1

afferma che il morbo di Parkinson è “L’ospite” che entra nel corpo e tenta d’impossessarlo.  Una nuova speranza giunge a chi ospita questa malattia da uno studio dell’Università del Lussemburgo, pubblicato su Movement Disorders, che dimostra come, studiando la flora intestinale si può arrivare a una diagnosi più precoce.  I ricercatori hanno osservato che negli stadi iniziali della malattia neurodegenerativa, i pazienti mostrano un’evidente alterazione del microbioma, la composizione batterica dell’intestino. Il risultato è emerso dall’analisi del microbioma di tre gruppi di persone, 76 con malattia di Parkinson, 78 in salute e 21 con una diagnosi di Rapid-Eye-Movement Sleep Behaviour Disorder (Rbd), un disturbo comportamentale del sonno che è associato al rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.

Ebbene, nei tre casi la composizione del microbioma mostrava differenze sostanziali. Tanto che, dall’analisi dei batteri dell’intestino, gli scienziati erano in grado di distinguere in maniera affidabile le persone con la malattia degenerativa da quelle in salute. Inoltre, il microbioma dei pazienti con Parkinson mostrava caratteristiche simili a quello dei pazienti con Rbd.

Alcuni batteri rinvenuti nel gruppo dei malati di Parkinson hanno, infine, una riconosciuta associazione con la depressione, uno dei sintomi non motorii della malattia.

Lo studio dell’Università del Lussemburgo sembrerebbe fornire conferme a una delle ipotesi sull’origine del Parkinson, secondo la quale il grilletto che fa scattare la patologia si troverebbe nell’intestino: un patogeno finora sconosciuto introdottosi nel tratto intestinale innescherebbe un processo noto come misfolding, ripiegamento scorretto delle proteine. Nel caso specifico la proteina in questione è l’alfa-sinecluina, ritenuta responsabile della formazione dei «corpi di Lewy», gli aggregati proteici anomali che nei malati di Parkinson danneggiano i neuroni dopaminergici lasciandone intatto solo il 20%.

La ricerca è importante per la diagnosi precoce e futuri.

48 articolo http://www.corrierenazionale.net/2017/09/04/intestino-e-parkinson/

 

Fegato grasso nei bambini, la colpa è del fruttosio

L’eccesso fa aumentare l’acido urico

fruttosio

 

Di Riccardo Guglielmi

Se una dieta sbilanciata negli adulti crea grossi squilibri metabolici e patologie gravi come aterosclerosi, diabete e gotta, lo zucchero in eccesso è veleno per il fegato dei nostri figli. Lo zucchero naturale è ampiamente presente in molti dei cibi che consumiamo abitualmente. Dalla frutta ai vegetali, dalla pasta alla pizza, il fruttosio in una dieta bilanciata non provoca effetti negativi, eppure l’abuso sistematico genera gli stessi effetti dell’alcol, in particolare nei bambini.

Questa la fotografia scattata dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che, per la prima volta, dimostra la correlazione tra consumo di alte quantità di fruttosio e sviluppo di malattie epatiche. Lo studio è stato condotto tra il 2012 e il 2016 su 271 bambini e ragazzi affetti da fegato grasso.

In un bambino su due gli esami effettuati hanno rilevato livelli eccessivi di acido urico in circolo. L’acido urico è uno dei prodotti finali della sintesi del fruttosio nel fegato. Attraverso ulteriori indagini, incrociate con i dati emersi dal questionario alimentare somministrato ai pazienti, i ricercatori hanno dimostrato l’associazione tra gli alti livelli di acido urico e l’aggravarsi del danno al fegato, soprattutto tra i grandi consumatori di fruttosio: quanto più zucchero ingerivano con la dieta abituale, tanto maggiore era il danno riportato dalle loro cellule epatiche.

http://www.corrierenazionale.net/2017/08/02/fegato-grasso-nei-bambini-la-colpa-e-del-fruttosio/