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La Sezione Appullo Lucana della SIC compie 50 anni

Bari 22.11.2019:  Congresso SIC ANMCO 2019 Puglia- Basilicata – Sheraton Nicolaus

Prof Rizzon, prof Di Biase, prof. Ciccone volevo ringraziarVi per l’onore e il privilegio concessomi per introdurre la Celebrazione della Sezione Appulo-Lucana della SIC in occasione dei 50 anni dalla sua nascita.

La Sezione Appulo-Lucana è stato il primo social network della Cardiologia del Sud Italia.  Negli anni 70 ha dato visibilità ai giovani cardiologi di allora, qualche nome per tutti, Dibiase, Franchini, Calabrese che hanno mosso i primi passi con le comunicazioni scientifiche nell’aula della Carlo Erba a Piazza G. Cesare. È stata una vera opportunità, a fini concorsuali, per i giovani specializzandi che vedevano inserito il proprio nome nelle pubblicazioni.  Sin dalle origini la nostra Sezione non è stata una enclave universitaria ma una officina di integrazione: all’inizio Università, Ospedale, oggi è coinvolto anche il Territorio.

Un pensiero va alla prof.ssa Biasco, al prof. Colonna, alla prof.ssa Pirrelli e alla dott.ssa Chiddo a cui dedico, sicuro di interpretare il pensiero di tutti i presenti, un ideale minuto di raccoglimento. Questi nomi rappresentano i 4 punti cardinali, Università, Ospedale, Medicina Interna e quella che sarebbe diventata la Sanità accreditata, riferimenti ideali per quella crescita CULTURALE, FORMATIVA e ASSISTENZIALE che guida, anche oggi, la nostra professione

Tutti dobbiamo ringraziare il Prof. Paolo Rizzon, l’uomo giunto a Bari dal Nord, un moderno Normanno. Guglielmo d’Altavilla, Roberto il Guiscardo hanno arricchito il Sud di capolavori architettonici, Paolo Rizzon ha saputo infondere Cultura e dare forma e sostanza alla Cardiologia delle nostre 2 regioni.  

Viva la Sezione Appulo Lucana, viva la Cardiologia

Prima della foto commemorativa passo la parola, seguendo ordine alfabetico, ai Presidenti del congresso, Giancarlo Calculli, Massimo. Grimaldi, Giancarlo Piccinni, Presidente bis perché anche attuale Presidente della Sezione Appulo Lucana della Società italiana di Cardiologia

Congresso SIC ANMCO Puglia e Basilicata

 

La Sanità Regionale

15 maggio 2019

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FOTO 15 maggio

INTERVENTO

La Buona Sanità non è né di destra né di sinistra. Deve essere il traguardo per coloro che si candidano all’amministrazione della cosa pubblica.

Occasione troppo ghiotta perché una task force di medici, per varia provenienza e specialità si possa confrontare con l’utenza e con coloro che ci auguriamo, possono diventare gli amministratori della cosa pubblica nel prossimo futuro. Sono tante le problematiche che come medici mettiamo sul tavolo dei politici che dovranno rappresentarci. I blocchi di partenza non sono buoni

Esiste un vento sfavorevole per la Regione Puglia. Le divergenze politiche tra il nostro Governatore e i suoi colleghi anche di stesso partito, non è una mia scoperta.  A questo funzionari e governo non sono da meno tanto che la riduzione dei posti letto ed enti ospedalieri regionali non ha permesso un’efficace riconversione perché persiste il blocco assunzionale . 6000 operatori che mancano in puglia Abbiamo contro ministero con i funzionari, governo, Europa.

Qualcuno potrebbe subito obiettare che le assunzioni creano aumento di spesa e quindi maggiore debito. E l’elargizione a pioggia di risorse senza una reale prospettiva di lavoro che cosa crea? Qualsiasi elargizione senza reale progetto lavorativo crea ASSISTENZIALISMO.

Che cosa pretendiamo come cittadini e medici dai nuovi finanziatori per cercare di dare risposta operativa alle criticità in essere.

  • Attenzione a non creare squilibri con i vari servizi sanitari La latitudine non deve essere già di per sé una differenza. Ogni italiano ha diritto a cure di qualità ed efficaci
  • Attrarre i finanziamenti europei indirizzati a progetti qualificanti per ricerca e assistenza
  • Il futuro è la soluzione di proposte concrete per la Cronicità
  • Valorizzare l’Eccellenza

Proposte Alle criticità devono seguire proposte operative. Ecco 5 consigli pratici e di buon senso.

  1. Il primo consiglio è imparare un nuovo metodo di lavoro: creare una squadra che lavori per obiettivi all’interno di un tavolo condiviso tra utenti, operatori sanitari, venditori di servizi e finanziatori.
  2. Il secondo consiglio è valutare in modo scientifico l’efficienza e l’efficacia di un complesso sistema sanitario. Vogliamo regole chiare da rispettare e controlli uguali. L’econometria, la scienza che valuta i risultati, propone una serie d’indicatori che potranno essere monitorizzati per offrire cure e assistenza di qualità. E’ l’epidemiologia che deve indirizzare dove è maggiore la prevalenza e l’incidenza delle malattie
  3. Il terzo consiglio è creare le reti regionali per patologie complesse. Come esiste la rete per l’infarto perché non creare le reti per le patologie oncologiche, metaboliche e ortopediche.
  4. Il quarto consiglio riguarda le misure per affrontare la cronicità. Vera epidemia nei prossimi decenni. Stiamo già vivendo l’epidemia delle malattie croniche e degenerative per l’allungamento della vita media. La riduzione delle capacità motorie e cognitive degli anziani aumenta la spesa previdenziale e farmaceutica.  Il 40% della popolazione pugliese assorbe l’80% delle risorse. In Puglia vi è la più alta percentuale d’Italia su 1000 abitanti 152,65 abitanti hanno una patologia cronica grave. Quando il cronico si scompensa, aumenta la richiesta di assistenza. La cronicità deve avvalersi di una reale integrazione ospedale territorio. E’ in corso un progetto sperimentale Care Puglia 3.0 dalle molte criticità che vedrà coinvolti i medici di medicina generale con grave aumento di spesa e burocrazia. Tanto fumo e niente arrosto. Bisogna riorganizzare la filiera erogativa tra ospedale e territorio attraverso la definizione di percorsi di presa in carico del paziente, evitando la frammentazione dei processi e la suddivisione dei servizi tra area ospedaliera e territoriale.

La criticità è che questo modello è realizzato esclusivamente all’interno del sistema distrettuale pubblico, non prevede una reale riprogettazione delle cure primarie e non garantisce la reale presa in carico del paziente cronico. Il problema cronicità deve prevedere che Assistenza primaria/specialistica/distretto rappresentano il vero volano del sistema e l’Ospedale deve esclusivamente servire per la iniziale definizione diagnostica e prognostica. La cronicità non deve prevedere l’accesso in Ospedale. La vera presa in carico deve essere del medico di MG che non deve demandare diagnostiche spesso inutili e sovrapposte all’emergenza urgenza dell’ospedale.

Gli strumenti organizzati che i Care Puglia 3.0 sono 4

  1. Piano Assistenziale Individuale con lo scopo di personalizzare gli interventi al singolo paziente su obiettivi di salute. Presa in carico e comunicazione del percorso assistenziale e diagnostico a tutti gli operatori, Medico AP, specialisti servizi sociali.
  2. Sistema di gestione informatico
  3. Modalità di remunerazione per obiettivi di salute
  4. Formazione degli operatori

E’ un piano disegnato per la medicina generale. Ruolo centrale del medico di AP, soggetti di età >40 anni, ipertensione, diabete, BPCO, scompenso cardiaco.  Va bene l’uso della telemedicina e delle moderne piattaforme informatiche.  La tecnologia servirà ma alla fine il nodo è sempre il problema assunzionale. La mia impressione è che questo progetto servirà a dare qualche briciola alla medicina generale, non risolve i problemi, non crea posti di lavoro, non produce salute.

  1. Il quinto consiglio è il potenziamento delle strutture che erogano eccellenza. L’eccellenza non nasce spontaneamente ma è il frutto di sacrifici, formazione, cultura che dovranno intendersi a doppio binario tra utenza e operatori sanitari.

L’eccellenza crea attrattiva, riduzione della mobilità passiva. Attrattiva che deve prevedere anche movimentazione dall’est europeo di cittadini che possono far aumentare il nostro PIL e non creare debito. La stessa attività ambulatoriale di base non può essere demandata all’eccellenza. La struttura con il bollino di eccellenza deve avere altri obiettivi, l’ambulatorialità di base è territorio.  Le attività ambulatoriali non devono essere fatte in ospedale. La telemedicina non può sostituire la presa in carico del malato dalla medica generale.

Siamo stanchi di essere l’agnello sacrificale di un sistema che va rivisto integrato e perfezionato. Vogliamo lavorare meglio, abbiamo bisogno di truppe fresche, giovani da formare, vogliamo armi, tecnologie avanzate. Solo così si potrà dare risposta efficace alla richiesta di salute della persona ammalata.

Bari 15.05.2019   Riccardo Guglielmi

 Dall’articolo di Gianvito Pugliese – Corriere di Puglia e Lucania

Al dott. Guglielmi, cardiologo ospedaliero del Policlinico di Bari e collaboratore scientifico di questa testata, il compito di sintetizzare gli aspetti organizzativi e le proposte di modifica ordinamentale per attenuare almeno in parte la decadenza, al momento irreversibile, della sanità nella nostra Puglia. E Guglielmi, dimostra alla platea di avere una conoscenza legislativa della materia che è davvero rarissima. Nella sanità, infatti, come in altri settori, assistiamo ad una produzione legislativa stratificata, che non abroga mai nulla e si sovrappone costantemente, ingenerando una marea di dubbi in merito alle soluzioni possibili e da adottare. In quel ginepraio Guglielmi si muove con l’abilità della guida indigena, l’unico che conosce percorsi, piste, rifugi”