Intervista al Medical Center di Bari 27 Novembre 2019
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Bari 22.11.2019: Congresso SIC ANMCO 2019 Puglia- Basilicata – Sheraton Nicolaus
Prof Rizzon, prof Di Biase, prof. Ciccone volevo ringraziarVi per l’onore e il privilegio concessomi per introdurre la Celebrazione della Sezione Appulo-Lucana della SIC in occasione dei 50 anni dalla sua nascita.
La Sezione Appulo-Lucana è stato il primo social network della Cardiologia del Sud Italia. Negli anni 70 ha dato visibilità ai giovani cardiologi di allora, qualche nome per tutti, Dibiase, Franchini, Calabrese che hanno mosso i primi passi con le comunicazioni scientifiche nell’aula della Carlo Erba a Piazza G. Cesare. È stata una vera opportunità, a fini concorsuali, per i giovani specializzandi che vedevano inserito il proprio nome nelle pubblicazioni. Sin dalle origini la nostra Sezione non è stata una enclave universitaria ma una officina di integrazione: all’inizio Università, Ospedale, oggi è coinvolto anche il Territorio.
Un pensiero va alla prof.ssa Biasco, al prof. Colonna, alla prof.ssa Pirrelli e alla dott.ssa Chiddo a cui dedico, sicuro di interpretare il pensiero di tutti i presenti, un ideale minuto di raccoglimento. Questi nomi rappresentano i 4 punti cardinali, Università, Ospedale, Medicina Interna e quella che sarebbe diventata la Sanità accreditata, riferimenti ideali per quella crescita CULTURALE, FORMATIVA e ASSISTENZIALE che guida, anche oggi, la nostra professione
Tutti dobbiamo ringraziare il Prof. Paolo Rizzon, l’uomo giunto a Bari dal Nord, un moderno Normanno. Guglielmo d’Altavilla, Roberto il Guiscardo hanno arricchito il Sud di capolavori architettonici, Paolo Rizzon ha saputo infondere Cultura e dare forma e sostanza alla Cardiologia delle nostre 2 regioni.
Viva la Sezione Appulo Lucana, viva la Cardiologia
Prima della foto commemorativa passo la parola, seguendo ordine alfabetico, ai Presidenti del congresso, Giancarlo Calculli, Massimo. Grimaldi, Giancarlo Piccinni, Presidente bis perché anche attuale Presidente della Sezione Appulo Lucana della Società italiana di Cardiologia
Sede dell’Ordine dei medici di Bari
15 maggio 2019
INTERVENTO
La Buona Sanità non è né di destra né di sinistra. Deve essere il traguardo per coloro che si candidano all’amministrazione della cosa pubblica.
Occasione troppo ghiotta perché una task force di medici, per varia provenienza e specialità si possa confrontare con l’utenza e con coloro che ci auguriamo, possono diventare gli amministratori della cosa pubblica nel prossimo futuro. Sono tante le problematiche che come medici mettiamo sul tavolo dei politici che dovranno rappresentarci. I blocchi di partenza non sono buoni
Esiste un vento sfavorevole per la Regione Puglia. Le divergenze politiche tra il nostro Governatore e i suoi colleghi anche di stesso partito, non è una mia scoperta. A questo funzionari e governo non sono da meno tanto che la riduzione dei posti letto ed enti ospedalieri regionali non ha permesso un’efficace riconversione perché persiste il blocco assunzionale . 6000 operatori che mancano in puglia Abbiamo contro ministero con i funzionari, governo, Europa.
Qualcuno potrebbe subito obiettare che le assunzioni creano aumento di spesa e quindi maggiore debito. E l’elargizione a pioggia di risorse senza una reale prospettiva di lavoro che cosa crea? Qualsiasi elargizione senza reale progetto lavorativo crea ASSISTENZIALISMO.
Che cosa pretendiamo come cittadini e medici dai nuovi finanziatori per cercare di dare risposta operativa alle criticità in essere.
Proposte Alle criticità devono seguire proposte operative. Ecco 5 consigli pratici e di buon senso.
La criticità è che questo modello è realizzato esclusivamente all’interno del sistema distrettuale pubblico, non prevede una reale riprogettazione delle cure primarie e non garantisce la reale presa in carico del paziente cronico. Il problema cronicità deve prevedere che Assistenza primaria/specialistica/distretto rappresentano il vero volano del sistema e l’Ospedale deve esclusivamente servire per la iniziale definizione diagnostica e prognostica. La cronicità non deve prevedere l’accesso in Ospedale. La vera presa in carico deve essere del medico di MG che non deve demandare diagnostiche spesso inutili e sovrapposte all’emergenza urgenza dell’ospedale.
Gli strumenti organizzati che i Care Puglia 3.0 sono 4
E’ un piano disegnato per la medicina generale. Ruolo centrale del medico di AP, soggetti di età >40 anni, ipertensione, diabete, BPCO, scompenso cardiaco. Va bene l’uso della telemedicina e delle moderne piattaforme informatiche. La tecnologia servirà ma alla fine il nodo è sempre il problema assunzionale. La mia impressione è che questo progetto servirà a dare qualche briciola alla medicina generale, non risolve i problemi, non crea posti di lavoro, non produce salute.
L’eccellenza crea attrattiva, riduzione della mobilità passiva. Attrattiva che deve prevedere anche movimentazione dall’est europeo di cittadini che possono far aumentare il nostro PIL e non creare debito. La stessa attività ambulatoriale di base non può essere demandata all’eccellenza. La struttura con il bollino di eccellenza deve avere altri obiettivi, l’ambulatorialità di base è territorio. Le attività ambulatoriali non devono essere fatte in ospedale. La telemedicina non può sostituire la presa in carico del malato dalla medica generale.
Siamo stanchi di essere l’agnello sacrificale di un sistema che va rivisto integrato e perfezionato. Vogliamo lavorare meglio, abbiamo bisogno di truppe fresche, giovani da formare, vogliamo armi, tecnologie avanzate. Solo così si potrà dare risposta efficace alla richiesta di salute della persona ammalata.
Bari 15.05.2019 Riccardo Guglielmi
Dall’articolo di Gianvito Pugliese – Corriere di Puglia e Lucania
Al dott. Guglielmi, cardiologo ospedaliero del Policlinico di Bari e collaboratore scientifico di questa testata, il compito di sintetizzare gli aspetti organizzativi e le proposte di modifica ordinamentale per attenuare almeno in parte la decadenza, al momento irreversibile, della sanità nella nostra Puglia. E Guglielmi, dimostra alla platea di avere una conoscenza legislativa della materia che è davvero rarissima. Nella sanità, infatti, come in altri settori, assistiamo ad una produzione legislativa stratificata, che non abroga mai nulla e si sovrappone costantemente, ingenerando una marea di dubbi in merito alle soluzioni possibili e da adottare. In quel ginepraio Guglielmi si muove con l’abilità della guida indigena, l’unico che conosce percorsi, piste, rifugi”
Presentazione del libro di Giuseppe Santoro Terra bruciata
Sala convegni Istituto Margherita 05 aprile 2019