Attività fisica. Sicuro successo nell’anziano, investimento a lungo termine per la comunità.

Un gruppo di ricercatori americani coordinati dal prof. Patel dell’Università dell’Alabama (USA) ha dimostrato nel Cardiovascolar Health Study (CHS), recentemente pubblicato sulla rivista Int. Journal Cardiology, minore incidenza d’infarto del miocardio, minore mortalità per patologie cerebro-cardiovascolari e soprattutto minore comparsa d’insufficienza cardiaca (HF) nei 5.503 partecipanti allo studio, praticanti attività motoria a qualsiasi livello. I soggetti di età media di 73 ± 6 anni (58% donne e 15% afro-americani) non presentavano, al momento dell’arruolamento, segni di HF. Il campione è stato suddiviso, nei 13 anni di follow-up, in quattro gruppi secondo l’attività fisica effettuata e misurata secondo il consumo dei MET (Metabolic Equivalent Task). L’indice MET o equivalente metabolico corrisponde all’energia spesa al minuto da un soggetto del peso di 70 kg tranquillamente seduto, cioè un consumo di 3.5 ml di ossigeno per Kg di peso corporeo per minuto.
Tutti i livelli di attività fisica avevano una significativa associazione indipendente con basso rischio d’infarto acuto del miocardio e di mortalità cerebro-cardiovascolari. Si osservava anche meno insufficienza cardiaca (HF) nei soggetti anziani che svolgevano attività fisica più intensa. Episodi di HF si sono verificati nel 26%, 23%, 20% e il 19% dei partecipanti, rispettivamente senza, bassa attività fisica, media e alta. L’esercizio fisico preveniva infarti e stroke indipendentemente dall’intensità, mentre la riduzione dell’insufficienza cardiaca era subordinata alla maggiore intensità dell’attività motoria. I dati sono stati confrontati con gli anziani inattivi e corretti per età, sesso e razza.
L’analisi di questi dati permette altre considerazioni. L’insufficienza cardiaca rappresenta l’epilogo naturale della maggior parte delle cardiopatie, ischemiche, ipertensive o primitive. Alti sono i costi sociali per i trattamenti terapeutici e le frequenti ospedalizzazioni, bassa è la qualità di vita di questi pazienti. Considerati i risultati del Cardiovascolar Health Study, visto l’aumento costante della popolazione anziana nei paesi occidentali, investire oggi nell’implementazione dell’esercizio fisico negli ultra sessantacinquenni, dal livello ludico-ricreativo a quello riabilitativo, determinerà un efficace risparmio nei capitoli della spesa per l’assistenza e per la previdenziale dei prossimi anni.
Fonte: Int J Cardiol. 2013: S0167-5273(12)01682-8.
Bari  6 aprile 2013

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