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Tutti sotto la Regione Puglia. I medici chiamano all’adunata

Sanità regionale tritatutele: il 10 novembre i medici scendono in piazza per difendere un diritto di tutti e non un privilegio per pochi.

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Di   Riccardo Guglielmi

Il presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Filippo Anelli, con una lettera aperta invita agli iscritti e ai sindacati di categoria, chiama i colleghi a un’adunata e invita la cittadinanza attiva a una manifestazione unitaria venerdì 10 novembre, dalle ore 13 alle 17, in via  Capruzzi davanti alla sede del Consiglio regionale. Obiettivo è la difesa della salute di tutti con una sanità migliore. E’ un periodo storico difficile per la professione medica. Criticità da affrontare ogni giorno, frutto di scelte unilaterali del potere che nascondono la volontà di smantellare il ruolo sociale delle professioni intellettuali per ricondurle nell’alveo di quelle tecniche come quelle infermieristiche e con l’obiettivo finale di eliminare chirurgicamente quella libertà dell’essere medico fraintesa come diritto di casta o privilegio.

“Il medico è imbrigliato  in una serie di regole e di limitazioni- scrive Anelli-  che agiscono su più livelli, per esempio con atti amministrativi che lo costringono a subire vincoli pesantissimi all’esercizio professionale, con proposte di legge che esplicitamente cancellano la parola libertà dall’esercizio professionale (vedi l’art. 2 del Ddl sulle Dat) oppure gli impongono limitazioni e condizionamenti nelle prescrizioni diagnostiche (Decreto Lorenzin) e terapeutiche (indicazioni Aifa) in nome della scienza e dell’appropriatezza”.

Accorato, è l’appello contro la politica regionale che, non coinvolgendo la classe medica nelle scelte di programma, ha prodotto ripercussioni negative sulla tutela del diritto di salute dei cittadini pugliesi. Il segno meno trionfa nella sanità della Puglia. Meno 800.milioni di euro/anno dal fondo sanitario nazionale, meno 1800 posti letto, meno e 15000 addetti alla sanità rispetto all’Emilia e Romagna che ha lo stesso numero di abitanti. Anni di piani di recupero, tagli, tetti di spesa, accorpamento di reparti, blocco del turnover, mancate assunzioni nei settori dell’emergenza urgenza, aumento dei carichi di lavoro, delibere di regolamentazione del lavoro, trasformano corsie e i Pronto Soccorso degli Ospedali in gironi danteschi con conseguente abbassamento della qualità dell’assistenza e della sicurezza per utenti e operatori. Se l’assistenza ospedaliera piange, ricordate Sparta e Atene, quella territoriale e di base non ridono. Non è infrequente osservare medici sull’orlo di una crisi di nervi. Mancanze di risorse, burocrazia, limiti della libertà prescrittiva, piani terapeutici, assenza di sicurezza e violenze di ogni tipo nelle sedi delle guardie mediche umiliano ogni giorno quanti offrono aiuto a chi soffre.  Niente assunzioni, mancato aumento degli ingressi ai corsi di Medicina generale creano oggi disoccupazione con conseguente fuga dei cervelli e, nel futuro, carenza di medici che, se associata a quella degli ospedalieri, porterà a una diminuzione degli organici nazionali a oltre 65.000 unità nel prossimo decennio.

I medici, rivendicando il proprio ruolo, si accingono alla lotta non per difendere privilegi di categoria ma per la difesa della salute dei pugliesi. Salute sì, burocrazia no, meno tagli e più risorse, rispetto per il cittadino medico e per la persona malata; ecco gli elementi per una sanità appropriata, efficiente, efficace, di qualità e più umana. La parte politica si è sempre mostrata assente alle richieste dei medici d’incontri e aperture di tavoli di trattativa.

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