Nello stress c’è qualcosa di buono

In questo periodo anche le cosiddette piante grasse, agave, aloe, cactus, ficodindia, generano, tra le fastidiose spine, fiori belli per la forma e per i colori. Tra i rovi nascono le more e tra le fessure delle pietre gli asparagi. La natura crea il bello e il buono in tutte le manifestazioni. Questo deve farci indurre a pensare che in qualsiasi situazione dobbiamo saper trovare ed evidenziare l’aspetto positivo. Prendiamo ad esempio lo stress. E’ una parola che associamo subito a qualcosa di spiacevole, capace di generare danni al fisico e alla psiche. Sentirci stressati, è sinonimo di star male. Tuttavia, frequentemente sperimentiamo condizioni nelle quali, pur essendo fisicamente stanchi, abbiamo la sensazione di sentirci appagati e capaci di produrre le energie necessarie ad affrontare una situazione particolarmente difficile.
In queste condizioni lo stress prende forma positiva, diventa eustress, letteralmente “stress buono”, ci fa sentire vitali e più forti, con una percezione di vita più piacevole. E’ la sensazione di benessere che proviamo quando giochiamo al nostro sport preferito, quando guardiamo un film spaventoso che però ci piace, quando restiamo alzati fino a tardi per lavorare a un progetto che desideriamo realizzare. Lo stress buono trasforma l’indecisione o la rassegnazione in entusiasmo quando affrontiamo una sfida, o lottiamo per raggiungere un obiettivo. E’ di casa negli sportivi che vogliono vincere e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. E’ il “carburante” indispensabile in chi pratica sport estremi o motoristici.  Lo stress positivo caccia via la tristezza e la stanchezza fisica proprio nel momento che la vita ci sembra vuota e priva di significato; riesce a mantenerci felici e sani. All’aspetto psicologico corrisponde un coinvolgimento bio-umorale del sistema nervoso vegetativo e di alcune aree dell’encefalo, il talamo e l’ipotalamo. Tutte le sensazioni esterne, anche quelle negative, raggiungono l’area dell’encefalo chiamata talamo e si scaricano nella sede sottostante l’ipotalamo. In questo laboratorio si creano i mediatori chimici che mandano messaggi al sistema endocrino, dall’ipofisi alla tiroide, alle ghiandole surrenali e sessuali. Una serie di ormoni stimolanti, tiroxina, cortisolo, adrenalina, testosterone, invade il torrente circolatorio dando sensazione di benessere psicologico e muscolare. Anche il sistema nervoso vegetativo produce mediatori chimici, adrenalina, noradrenalina, serotonina e acetilcolina che, come l’acceleratore e il freno di un’automobile, regolano gli adattamenti cardiocircolatori, nervosi e muscolari. Le endorfine, prodotte non solo nel cervello, ma anche nei tessuti periferici, creano benessere e cacciano la fatica muscolare.
L’evento da solo non genera eustress o distress, stress negativo. Siamo noi, con il nostro atteggiamento, a decidere la percezione e la strategia per affrontarlo. L’assegnazione di un nuovo incarico o di un semplice compito in ambito lavorativo può essere vista, come una sfida stimolante o una minaccia di cambiamento di vita. La sfida elettrizzante produrrà eustress, la minaccia distress. Il consiglio è pensare sempre positivo. Ogni situazione nuova deve essere vista già in partenza come qualcosa che ci fa uscire dalla routine delle abitudini di vita e del nostro solito lavoro.
La soluzione: confidare sempre nelle proprie capacità, trovare soluzioni ai problemi e accrescere l’autostima.
L’esercizio fisico, la serenità sessuale, la sana alimentazione, la percezione della bellezza in ciò che ci circonda, la capacità di essere solidali, di amare ed essere amati, producono quei mediatori chimici, in primis le endorfine, che creano forza e vigore al corpo, benessere alla mente. Ricerchiamo in ogni cosa il lato positivo,  aumenterà l’autostima.

Bari 5 giugno 2013

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