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Operazione arterie sicure

Come godersi il viaggio della vita in serenità

0rizzonti 2017

Su invito dell’Associazione Orizzonti, sabato 18 marzo, alle ore 20.30, presso la sala convegni della scuola secondaria Tommaso Fiore di Bari, Riccardo Guglielmi, cardiologo e giornalista scientifico de il Corriere Nazionale.net, ha condotto, alla presenza di un pubblico attento e partecipativo, la relazione “Operazione arterie sicure: conigli utili”. Introduzione a cura del consigliere Domenico Caradonna e del presidente dell’Associazione Giovanni Casale.

Gli incontri per la salute hanno lo scopo di implementare la cultura della prevenzione delle malattie cardiovascolari e trasmettere messaggi per stili di vita virtuosi, utili a ridurre il rischio cardiovascolare e oncologico. Secondo lo stesso relatore «La lotta alle malattie cardiovascolari va oltre la ricerca e l’ospedale. E’ il coinvolgimento del territorio, famiglia, volontariato e scuola che potrà permettere di arrestare l’epidemia di patologie vascolari che è già in atto, da anni, nei paesi occidentali».

Relazione scientificamente corretta, condotta con leggerezza e chiarezza tanto da suscitare numerose domande appropriare sui fattori modificabili del rischio cardiovascolare, colesterolo, ipertensione, fumo, stress, abitudini alimentari e sedentarietà. Presente in sala Olimpia Binetti, psicologa, che ha rilevato il ruolo positivo della respirazione nel rilassamento, rallentamento dei processi d’invecchiamento e nell’aumento delle difese immunitarie. E’ emerso che il mondo della scuola, erano presenti molti docenti, ha la consapevolezza che grande è il contributo d’aiuto che dai banchi può raggiungere la medicina con progetti comuni in tema di prevenzione e primo soccorso.

redazione@corrierenazionale.net

72 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/11/19/operazione-arterie-sicure/

Conflitto o santa alleanza.Tavola rotonda a CUORE ARITMICO

The day after. Ieri 10 novembre giornata dell’orgoglio medico

Proposte per una sanità regionale migliore

orgoglio medico

Una data da ricordare quella del 10 novembre 2017, perché ha visto medici, professionisti della salute, associazioni del volontariato e dei malati, manifestare in piazza e comunicare in un evento scientifico, il disagio e le attese di salute che i finanziatori del Sistema sanitario, politica in particolare, con le scelte programmatiche, non riescono a esaudire. La cittadinanza ha saputo cogliere lo spirito della giornata per il diritto alla salute, non rivolta a difendere un privilegio di categoria, ma a sostenere un diritto di tutti.  «È il giorno dell’ORGOGLIO MEDICO» e con queste parole il Presidente dell’Ordine dei medici di Bari, dott. Filippo Anelli ha iniziato il suo intervento all’assemblea conclusiva della splendida manifestazione di ieri 10 novembre 2017, iniziata con adunata alla 13 nella piazza del Policlinico e corteo lungo viale Salandra e via Capruzzi sede della Regione Puglia. I medici sono stati uniti nel rivendicare “l’autonomia della professione senza condizionamenti di qualsiasi potere”.

In contemporanea, forse meno plateale ma altrettanto incisiva, a Villa Romanazzi Carducci, durante l’evento scientifico CUORE ARITMICO, organizzato da ANMCO e SIICP, si è svolta la tavola rotonda “Rapporto medico paziente: conflitto o santa alleanza”.

Cuore ARITMICO tavola rotondaRiccardo Guglielmi, giornalista scientifico del il Corriere Nazionale.net modera mettendo a confronto medici, amministratori, rappresentanti delle associazioni e della società civile. Tante le criticità, tetti di spesa per le procedure interventiste, liste d’attesa, piani terapeutici, risorse poche e mal gestite ma tante le proposte per rendere migliore la sanità pugliese e aumentare le tutele di chi soffre. Molto accorato è l’appello del presidente di AMA Cuore, Francesco Pastanella a voler risolvere operativamente, con le reti per patologia, le problematiche di chi chiede aiuto alle strutture sanitarie pubbliche. Massimo Grimaldi, eccellenza riconosciuta dalla comunità scientifica nazionale ed europea, Responsabile dell’U.O. di Elettrofisiologia dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, denuncia il proprio disagio a non poter soddisfare le tante richieste per il trattamento di gravi aritmie, fibrillazione atriale e tachicardie ventricolari, che se trattate con le moderne tecniche di ablazione aumenterebbero di molto la qualità di vita degli ammalati. Alternativa al mancato trattamento è l’aumento delle procedure cardiochirurgiche e la mobilità passiva, cioè la richiesta, sempre accolta, presso strutture extraregionali con conseguente aggravio di spesa. Don Domenico Laddaga, presidente Nazionale Ospedali ARIS, ospedalità religiosa, denunciando l’autoreferenzialità auspica maggiori controlli nel pubblico e nel privato per meglio agire sull’eliminazione degli sprechi e convogliare le risorse su chi effettivamente lavora e produce. Le proposte di “Don Mimmo” sono state quelle di abolire i tetti di spesa per le procedure interventiste salvavita, fare formazione negli ospedali e non solo nelle Università, potenziare i servizi territoriali per evitare l’afflusso caotico e disordinato nei Pronto Soccorso, divenuti veri gironi danteschi. Rocco Lagioia, presidente AISC, reclama ambulatori dedicati per lo scompenso cardiaco, vera epidemia per gli anziani. Maggiore umanizzazione, centralità del malato e accoglienza (informazione, sostegno per chi soffre e per i familiari), sono gli appelli di Vincenza  Colavito, responsabile di A.IT.A. Ettore Attolini, medico, un passato di Assessore regionale alla Sanità, ora della Direzione AReSS Puglia, ha denunciato il progressivo calo di risorse per la Puglia da parte del Fondo sanitario nazionale; all’Emilia e Romagna, a parità di abitanti, sono versati 800.milioni di euro in più. Il blocco del turnover dei piani di rientro ha determinato la mancata sostituzione di quanti hanno lasciato il servizio per pensionamento; l’Emilia e Romagna vanta 16mila addetti in più nell’ambito sanitario. Non è possibile erogare prestazioni extra LEA, i livelli essenziali di assistenza, ma bisognerà rendere operativi gli accreditamenti delle strutture private e pubbliche per una migliore ripartizione delle risorse. Maggiori tutele con le reti per patologia, aggiornamento dei software, edilizia sanitaria, sensibilizzazione e partecipazione della Medicina generale sono le argomentazioni che Ettore Attolini ha proposto per una sanità migliore, efficace e più umana. Nelle conclusioni del moderatore è stato evidenziato che non esiste conflitto tra medico e paziente. Il lavoro dei medici e infermieri va oltre il dovere. Non solo coraggio delle denunce ma forza delle proposte: la tavola rotonda è servita per creare una Santa Alleanza, benedetta dalla presenza di Don Mimmo, tra medici, società civile, associazioni dei malati e del volontariato. L’unione fa la forza per meglio avanzare proposte agli interlocutori politici; obiettivo migliorare la sanità regionale e garantire quel diritto alla salute così ben scritto nell’articolo 32 della nostra Costituzione.

I due avvenimenti del 10 novembre, pur diversi nella forma, hanno proposto l’importanza di difendere il nostro Servizio sanitario nazionale, l’unico al mondo che ancora garantisce il “BENE COMUNE” in questa società che mira a delegittimare sempre più la cultura e la scienza della professione medica.

La memoria del day after e le parole di Filippo Anelli dovranno essere alimentate da quanti hanno a cuore il bene comune e l’amore del prossimo. “Il BAVAGLIO noi lo vogliamo mettere alle malattie e per questo è necessario che la politica ascolti il nostro parere e che la gente finalmente s’interessi della salute sempre e non solamente nel momento del bisogno”.

Mediterranea TV, canale 214 del DT, ha seguito l’evento

70 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/11/11/the-day-after-ieri-10-novembre-giornata-dellorgoglio-medico/

 

 

 

Sanità senza tutele: degrado, immondizia, pozze d’acqua nel Policlinico di Bari

Tanti i disagi per operatori e cittadini

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L’ingresso in un ospedale per i non addetti ai lavori genera incertezza e paura, ma deve creare un’assoluta sensazione di sicurezza. Noi affidiamo la salute nostra e dei nostri cari a donne e uomini che lottano in ogni ora del giorno e della notte per garantirci la messa in sicurezza del corpo e della psiche. Dobbiamo pensare alla nave in avaria, magari sfuggita alla tempesta alle spalle che entra nel porto.

Purtroppo questo non accade più nel Policlinico di Bari. Grande rispetto e comprensione sono e saranno riservate a medici e infermieri la cui professionalità e lo spirito di servizio non sono in discussione. Purtroppo, oberati da carichi di lavoro sempre più intensi e avviluppati dalla burocrazia, ci appaiono “sull’orlo di una crisi di nervi”.  Politici e amministratori tentano di scaricare su figure professionali che andrebbero al contrario, incoraggiate in progressione economica e carriera, le tante criticità derivanti da burocrazia, piani di rientro, blocchi del turnover, chiusura di ospedali periferici, riduzioni di reparti e posti letto. Logistica e gestione non sono più di casa in un ente che è Azienda Ospedaliera Universitaria.

L’Ospedale è da anni un cantiere perenne. Il degrado della viabilità interna è sotto gli occhi di tutti. Ci sono meno auto parcheggiate, non entrano più le vetture dei dipendenti anche in urgenza e si entra solo con permessi speciali, ma bastano poche gocce di pioggia per trasformare in pantani i viali. Se non si prenderanno provvedimenti saranno presto necessari mezzi anfibi. Una sola auto funge da navetta interna per la movimentazione di utenti con ridotte capacità motorie. Ascensori che non funzionano nell’autosilo, segnaletica carente, sporcizia, mancanza di controlli, disagio per ammalati e familiari sono all’ordine del giorno.

Il Pronto Soccorso è diventato un girone dantesco; è sovraffollato in tutte le ore del giorno e della notte e sono segnalati casi di persone che attendono anche 20 ore prima di essere assistite o ricoverate in situazione precaria; posti letto pochi, richiesta e necessità di ricovero tante. Accedi al sognato ricovero solo se alzi la voce, minacci denunce, sbandieri parentele o per intercessione di qualche anima buona.

Le immagini sconvolgenti che sono allegate lasciano allibiti giacché, nel XXI secolo, le condizioni della viabilità interna e quelle igieniche sembrano essere medievali. L’elenco delle situazioni degradanti all’esterno degli edifici che dovrebbero garantire pulizia ed efficienza per i malati è impressionante. Immondizia non raccolta, ratti che passeggiano nelle scale o sui davanzali delle finestre, mozziconi e sporcizia prima di entrare nei reparti, familiari trasformati in ausiliari che spingono barelle e sedie a rotelle. A questo aggiungiamo cani randagi nelle ore serali e notturne, bagni allagati, muri e finestre rotte, formiche che camminano addosso ai pazienti, corridoi di servizio abbandonati e vani tecnici prospicienti ai terrazzi trasformati in dormitori notturni per senza fissa dimora.

Il degrado è tanto, lo sconforto dei dipendenti è preoccupante, il menefreghismo di chi comanda è palese. Saremmo giunti a questa situazione se ci fosse stato un vero controllo da parte di chi ha il dovere del bene pubblico. Sicuramente no perché la politica da anni nella nostra Regione ha abdicato al ruolo strategico d’indirizzo, ma si è arroga, senza avere capacità, quello gestionale.

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redazione@corrierenazionale.net

67 articolo 2017 – Foto e pubblicazione su il Corriere Nazionale.net  6 novembre 2017

http://www.corrierenazionale.net/2017/11/06/sanita-senza-tutele-degrado-immondizia-pozze-dacqua-nel-policlinico-di-bari/

“Caro Riccardo, bisogna avere il coraggio della denuncia e la forza della proposta. Tu dimostri di averli entrambi. Un abbraccio” – Commento di Alberto Tedesco su Whatsapp

A seguire lettera aperta del direttore de il Corriere Nazionale.net del 9 novembre 2017  http://www.corrierenazionale.net/2017/11/09/lettera-al-direttore-dellazienda-ospedaliera-policlinico-di-bari/

Aperta all’Oncologico di Bari l’Unità operativa Don Tonino Bello

Presa in carico globale del paziente oncologico per meno burocrazia, cure efficaci e più umane

Oncologico Bari

Di   Riccardo Guglielmi

 Bari– Inaugurata in data 25 ottobre presso l’Ospedale IRCCS Giovanni Paolo II l’Unità operativa complessa Don Tonino Bello. La nuova Unità Operativa, diretta dal prof. Gennaro Palmiotti, primario di lungo corso presso l’Ospedale Di Venere, ha lo scopo di “porre al centro la persona con il cancro”.

«Prendere in carico globale il paziente oncologico – afferma Gennaro Palmiotti – significa ridurre i disagi fisici e psicologici del malato e dei familiari, annullare burocrazia, velocizzare i percorsi diagnostici, concordare terapie con altri specialisti e favorire i controlli nel tempo. Efficienza organizzativa, efficacia nei trattamenti, umanizzazione delle cure sono i valori aggiunti che dovranno contraddistinguere questa nuova unità di oncologia e annullare la mobilità attiva, cioè viaggi della speranza in altre regioni».

Si respira un’aria nuova nell’Ospedale a carattere scientifico Giovanni Paolo II grazie alla Direzione generale di Antonio Delvino. Potenziamento con l’ingresso di nuovi professionisti e creazione di reparti sono le risposte vincenti alla scommessa di saper conciliare le rigide regole di bilancio con le giuste attese di servizi della comunità.

«Intestare la struttura a Don Tonino Bello – commenta Don Mario Persano, il cappellano dell’oncologico – significa far ricordare l’esempio e l’opera di un grande prete, di un grande vescovo che ha saputo affrontare la propria grave patologia neoplastica, dimostrando che amore e fede non rendono mai solo l’uomo e lo aiutano nella sofferenza e nel dolore».

Le tecnologie avanzate stanno fornendo nuove armi alla guerra contro il cancro. Le terapie immunologiche in un futuro sempre più prossimo si affiancheranno alla collaudata chirurgia, chemio e radioterapia, alle tecniche termo ablative e alle più recenti terapie ormonali. Leucemie e linfomi già cominciano a essere trattate con le stesse cellule immunitarie del paziente che una volta estratte e modificate diventano proiettili che colpiranno le cellule tumorali lasciando in vita quelle sane. Questa è la risposta della scienza, ma se vogliamo viva e vitale la santa alleanza tra operatori sanitari e malati, la politica locale dovrebbe prevedere, in controtendenza, aumento di posti letto, maggiori assunzioni e progetti per la prevenzione e il trasporto solidale delle persone con patologie croniche, delicate e cariche di tensioni.

Alla cerimonia era presente l’attore e regista Sergio Rubini, sempre sensibile e vicino alle associazioni del volontariato che offrono aiuto a chi soffre.

sergio rubini

Per approfondimenti seguite il servizio e le interviste di Cristina Negro, operatore Fabio Pelillo, su Mediterranea TV, canale 214 del DT.

redazione@corrierenazionale.net

62 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/10/25/aperta-alloncologico-di-bari-lunita-operativa-don-tonino-bello/

Tutti sotto la Regione Puglia. I medici chiamano all’adunata

Sanità regionale tritatutele: il 10 novembre i medici scendono in piazza per difendere un diritto di tutti e non un privilegio per pochi.

equilibrio

Di   Riccardo Guglielmi

Il presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Filippo Anelli, con una lettera aperta invita agli iscritti e ai sindacati di categoria, chiama i colleghi a un’adunata e invita la cittadinanza attiva a una manifestazione unitaria venerdì 10 novembre, dalle ore 13 alle 17, in via  Capruzzi davanti alla sede del Consiglio regionale. Obiettivo è la difesa della salute di tutti con una sanità migliore. E’ un periodo storico difficile per la professione medica. Criticità da affrontare ogni giorno, frutto di scelte unilaterali del potere che nascondono la volontà di smantellare il ruolo sociale delle professioni intellettuali per ricondurle nell’alveo di quelle tecniche come quelle infermieristiche e con l’obiettivo finale di eliminare chirurgicamente quella libertà dell’essere medico fraintesa come diritto di casta o privilegio.

“Il medico è imbrigliato  in una serie di regole e di limitazioni- scrive Anelli-  che agiscono su più livelli, per esempio con atti amministrativi che lo costringono a subire vincoli pesantissimi all’esercizio professionale, con proposte di legge che esplicitamente cancellano la parola libertà dall’esercizio professionale (vedi l’art. 2 del Ddl sulle Dat) oppure gli impongono limitazioni e condizionamenti nelle prescrizioni diagnostiche (Decreto Lorenzin) e terapeutiche (indicazioni Aifa) in nome della scienza e dell’appropriatezza”.

Accorato, è l’appello contro la politica regionale che, non coinvolgendo la classe medica nelle scelte di programma, ha prodotto ripercussioni negative sulla tutela del diritto di salute dei cittadini pugliesi. Il segno meno trionfa nella sanità della Puglia. Meno 800.milioni di euro/anno dal fondo sanitario nazionale, meno 1800 posti letto, meno e 15000 addetti alla sanità rispetto all’Emilia e Romagna che ha lo stesso numero di abitanti. Anni di piani di recupero, tagli, tetti di spesa, accorpamento di reparti, blocco del turnover, mancate assunzioni nei settori dell’emergenza urgenza, aumento dei carichi di lavoro, delibere di regolamentazione del lavoro, trasformano corsie e i Pronto Soccorso degli Ospedali in gironi danteschi con conseguente abbassamento della qualità dell’assistenza e della sicurezza per utenti e operatori. Se l’assistenza ospedaliera piange, ricordate Sparta e Atene, quella territoriale e di base non ridono. Non è infrequente osservare medici sull’orlo di una crisi di nervi. Mancanze di risorse, burocrazia, limiti della libertà prescrittiva, piani terapeutici, assenza di sicurezza e violenze di ogni tipo nelle sedi delle guardie mediche umiliano ogni giorno quanti offrono aiuto a chi soffre.  Niente assunzioni, mancato aumento degli ingressi ai corsi di Medicina generale creano oggi disoccupazione con conseguente fuga dei cervelli e, nel futuro, carenza di medici che, se associata a quella degli ospedalieri, porterà a una diminuzione degli organici nazionali a oltre 65.000 unità nel prossimo decennio.

I medici, rivendicando il proprio ruolo, si accingono alla lotta non per difendere privilegi di categoria ma per la difesa della salute dei pugliesi. Salute sì, burocrazia no, meno tagli e più risorse, rispetto per il cittadino medico e per la persona malata; ecco gli elementi per una sanità appropriata, efficiente, efficace, di qualità e più umana. La parte politica si è sempre mostrata assente alle richieste dei medici d’incontri e aperture di tavoli di trattativa.

Prossimi aggiornamenti su Mediterranea TV canale 214 del DT

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