Sette giorni in Terra Santa. Un viaggio da ricordare

Ogni viaggio effettuato per motivi di studio, lavoro o vacanza e non turbato da particolari situazioni spiacevoli, genera gradevoli ricordi che implacabilmente, nei giorni successivi al ritorno, sono pian piano offuscati e stritolati dalla quotidianità della ripresa. Questo quando si visitano luoghi “normali” ma se torni da Gerusalemme le sensazioni sono diverse dal solito e sembrano essere immuni allo scorrere del tempo.

Un viaggio in Terra Santa, oggi, non presenta particolari difficoltà o disagi. Aerei di linea che decollano e atterrano in orario, pullman con aria condizionata, controlli discreti, mai ossessivi o discriminatori, alberghi confortevoli, buon cibo e soprattutto una relativa tranquillità nel visitare luoghi di culto o quartieri ad alta densità popolare, sembrano rendere questa esperienza non diversa da una normale vacanza o da una crociera. Sembra, ma non è proprio così.
La consapevolezza di mettere piede in un paese dove sono presenti le tre religioni monoteiste, il sentire suoni e invocazioni, diverse nella forma e nella lingua, ma simili per essere preghiere rivolte a uno stesso Dio, la curiosità laica di toccare le pietre testimoni di un passato che ha determinato il nostro presente ed il riconoscersi in un antenato che nell’immaginazione sia stato un pellegrino, un cavaliere crociato o un monaco templare, o possa essere stato addirittura un “infedele” fanno sì che un viaggio simile difficilmente possa essere dimenticato.
Lo spirito giusto, i compagni di viaggio, la guida e i luoghi sono gli ingredienti necessari per segnare nel cuore e nella mente sensazioni e ricordi. La stessa durata rappresenta un’unità di misura carica di significato, sette come i giorni della creazione, sette come i giorni della settimana, i sacramenti, le meraviglie del mondo, le piaghe d’Egitto, le arti, le virtù, i nani e i vizi.
Sette giorni sono bastati a evidenziare la spiritualità in chi ha fatto della  ricerca e del rigore scientifico bandiera e labaro. Ed è proprio questa spiritualità ritrovata, forse il personale segno dell’esordio di una “nuova era”  che mi ha spinto a voler inviare un messaggio di serenità, subito dopo la data del 21. 12.2012, anche come sincero augurio per le prossime festività.
A tutti Love and Peace, Inshallah, Shalom.

Bari 22.12. 2012

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *